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Le suore si mobilitano per l’ambiente

Sisters for the Environment
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Lucandrea Massaro - pubblicato il 04/11/22
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"Sisters for the Environment", l'iniziativa dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali per difendere i poveri dagli effetti del cambiamento climatico

"Sorelle per l'ambiente" è così che il coordinamento di tutte le suore cattoliche del mondo ha voluto presentarsi al mondo ieri in un incontro di presentazione per sostenere le politiche a favore di ambiente e biodiversità in vista dei due vertici Onu, COP27 in Egitto e COP15 in Canada a cui l'UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali) parteciperà.

Seminare la speranza

Il lancio della dichiarazione vuole dar vita ad una piattaforma dove delineare i principi e gli orientamenti per un futuro più sostenibile, basandosi sugli insegnamenti che le suore hanno acquisito attraverso il loro impegno notevole con le comunità più vulnerabili. Basato sull’esperienza della campagna Seminare Speranza per il Pianeta, il documento sarà pilastro dell’advocacy ambientale della UISG, promuovendo un’azione decentrata e diversificata attraverso il coinvolgimento di gruppi religiosi e laici, uomini e donne, giovani e anziani, agenzie governative ed enti intergovernativi, organizzazioni internazionali e società private. 

All’incontro hanno preso parte: Suor Patricia Murray, segretaria esecutiva UISG; Suor Mary John Kudiyiruppil, vice-segretaria esecutiva UISG; Suor Sheila Kinsey, coordinatrice di Seminando Speranza per il Pianeta; Chiara Porro, ambasciatrice dell’Australia presso la Santa Sede; Maria Dolores Sanchez Galera, coordinatrice dell’unità di ricerca e riflessione del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Neil Thorns, direttore advocacy e comunicazione CAFOD; Josianne Gauthier, segretaria generale CIDSE; Catalina Hinojosa Lopez, co-coordinatrice del Villaggio Agricoltura e Giustizia di The economy of Francesco; e Suor Jean Quinn, direttrice esecutiva di UNANIMA International,  che parteciperà in presenza al summit Cop27, dove porterà la voce delle oltre 1.900 superiore generali e di 600.000 suore di tutto il mondo.

Un percorso lungo

Alcune di loro sono già state all'Economic Forum di Davos a Maggio dove l'UISG ha iniziato a prendere contatti anche con le realtà economiche più influenti per sensibilizzare un cambio di rotta nella generazione della ricchezza oltre che nella sua distribuzione (Aleteia).

Ed è proprio da Davos che parte la collaborazione tra le suore e il Global Solidarity Fund e che oggi si batte perché i governi ascoltino anche chi - come le oltre 600 mila consacrate nel mondo  - si impegna quotidianamente nell’ambito della salute, della lotta alla fame e dell’assistenza all’infanzia, chiede di “integrare le voci delle comunità marginalizzate nel dibattito globale riguardante le questioni ambientali”.

Nel testo dell'appello si legge infatti che:

“È necessario ascoltare con attenzione le voci di quanti sono stati colpiti dai disastri ambientali sia per il riconoscimento della loro dignità di esseri umani sia, con un approccio pragmatico, per imparare dalla loro resilienza. I più vulnerabili devono essere integrati come attori principali all’interno dei quadri istituzionali, assicurando che le loro voci siano centrali nel dialogo globale per il cambiamento e che non siano relegate a una advocacy periferica e isolata. In particolare, bisogna accogliere i suggerimenti delle comunità indigene per fermare o modificare i progetti che interessano le loro terre, e garantire che l’opinione esperta delle comunità sia parte degli sforzi per la mitigazione dei cambiamenti climatici e il crollo della biodiversità”. 

Una diversa economia, rispettosa del rapporto uomo-ambiente

«L’essenza di questa dichiarazione si basa sull’esperienza globale di attivismo e advocacy realizzata con la campagna “Seminare speranza per il Pianeta” - ha dichiarato Suor Patricia Murray, segretaria esecutiva UISG -. Nata nel 2018, questa campagna è diventata una forza trainante all’interno del Movimento Laudato Si’, promuovendo una moltitudine di iniziative e buone pratiche messe in atto dalle suore e dai loro partner in risposta alla lettera enciclica del Papa».

Nel corso del suo intervento, la coordinatrice di “Seminare speranza per il PianetaSuor Sheila Kinsey ha illustrato alcuni dei risultati ottenuti attraverso il lavoro in rete: «Abbiamo collaborato con i gruppi di conservazione della terra per preservare le sementi native, mitigare i danni derivanti dalle attività estrattive, piantare alberi per la riforestazione, coltivare orti comunitari e proteggere le terre e i diritti fondiari dei popoli indigeni. Con un’attenzione particolare alle questioni legate all’acqua, le reti di Seminare speranza per il Pianeta hanno promosso l’accesso all’acqua potabile, sensibilizzato l’opinione pubblica sui temi dell’inquinamento e della scarsità di acqua, sostenuto le normative per la protezione delle fonti d’acqua dolce, assicurato pozzi e condutture alle comunità con accesso limitato all’acqua potabile e lavorato a progetti per la pulizia degli oceani nel mondo». 

«Poiché il futuro del nostro Pianeta è in bilico, sappiamo che per raggiungere il punto di svolta del cambiamento è necessario che tutte le persone di buona volontà collaborino al di là dei confini e delle identità, mettendo da parte le differenze per difendere la nostra casa comune». È l’appello finale di Suor Patricia Murray, che sottolinea come la dichiarazione incarni questo spirito di cooperazione che le religiose cercano di promuovere, basandosi sulla collaborazione tra uffici, partner e finanziatori della UISG.

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