Il perdono significa ricevere una seconda possibilità, e ho avuto tanto bisogno di essere pedonato. Penso che sia per questo che ho una devozione tanto profonda per le Anime Sante del Purgatorio, perché “il Purgatorio significa fondamentalmente che Dio può rimettere insieme i pezzi” (J. Ratzinger).
Cosa insegna la Chiesa sul Purgatorio?
I peccati producono effetti residui, come una ferita lascia una cicatrice. “Ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature,”, e noi abbiamo bisogno di essere purificati “dalla cosiddetta « pena temporale » del peccato” (CCC, 1472). Se questa purificazione non avviene qui sulla terra per coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, avviene dopo la morte nello stato chiamato Purgatorio. Questi “eletti” sono certi della salvezza eterna, ma devono sottoporsi a una purificazione mediante la quale “ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo” (CCC 1030).
Il Concilio di Firenze, del XV secolo, insegna:
“Se coloro che sono davvero pentiti si allontanano da questa vita nella carità di Dio prima di aver reso soddisfazione con frutti degni di penitenza per i loro peccati di commissione e di omissione, dopo la morte le loro anime vengono purificate dalle sofferenze del Purgatorio”.
Perché non possiamo - e non vorremmo - essere accolti nell'intimità di Dio in cielo senza prima essere stati purificati da tutte le conseguenze residue del peccato personale. Il Purgatorio è un processo interiore di trasformazione mediante il quale un'anima purificata in modo ancora imperfetto diventa capace di Cristo e della santa unione con la comunione dei santi. “Il Purgatorio è l'immensa speranza che rende possibile all'atto umano, che ha impedito alla libertà umana di portare frutto, di recuperare se stessa in Dio e di ritrovarsi in piena luce” (M. Zundel).
La necessità umana del Purgatorio
Questa speranza è inscritta nella nostra stessa natura. Nella sua enciclica sulla speranza, Papa Benedetto XVI lo sottolinea:
“Compare come elemento distintivo dei cristiani il fatto che essi hanno un futuro: (...) sanno nell'insieme che la loro vita non finisce nel vuoto. Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente” (Spe salvi, 2).
La festa di Ognissanti celebra la certezza che viene offerta alle anime sante – e a noi – una possibilità futura di rinnovamento. E non possiamo farlo senza di questo, perché, come indica Santa Caterina da Genova nel suo classico Trattato del Purgatorio,
“Quando l'anima viene separata dal corpo, se non è pura come quando è stata creata, si getta nel Purgatorio di sua spontanea volontà, vedendosi ostacolata in un modo a cui non si può rimediare con alcun altro mezzo. Se non trovasse tale disposizione fatta per rimuovere l'ostacolo, le si presenterebbe un Inferno di gran lunga peggiore del Purgatorio”.
P. Maurice Zundel riflette in uno dei suoi scritti: “Credo che il Sangue della Nuova Alleanza sgorghi su tutte le anime che attendono la salvezza perché nulla è finito finché l'uomo non è definitivamente chiuso a Dio”. Possiamo arrivare a dire che se il Purgatorio non esistesse, allora “la speranza ci spingerebbe a inventarlo” (J. Ratzinger).
Lo scrittore Ivan Turgenev lo ha capito. Entriamo in un piccolo cimitero del villaggio nel suo romanzo Padri e figli - un luogo incredibilmente deprimente: “presenta un aspetto miserabile... invaso... croci di legno grigio giacciono cadute e marcite... le lastre di pietra sono tutte spostate, come se qualcuno le spingesse da dietro”. Una tomba, però, è incontaminata, “non toccata dall'uomo, non calpestata dalle bestie, solo gli uccelli vi si appollaiano e vi cantano all'alba. Una ringhiera di ferro corre intorno ad essa”.
Questa tomba viene spesso visitata da “due persone anziane piuttosto deboli – marito e moglie”. “Sostenendosi l'un l'altro, si muovono verso di essa con passi pesanti; salgono fino alla ringhiera, cadono e rimangono in ginocchio, piangono a lungo e amaramente, fissano intensamente la pietra muta, sotto la quale giace il loro figlio; si scambiano qualche breve parola, spazzano via la polvere dalla pietra, raddrizzano un ramo di abete e pregano di nuovo, e non riescono a strapparsi da questo luogo, dove sembrano essere più vicini al proprio figlio”.
Turgenev poi chiede:
“Può essere che le loro preghiere, le loro lacrime siano vane? Può essere che quell'amore, quell'amore sacro, devoto amore, non sia onnipotente? Oh, no! Per quanto appassionato, peccatore e ribelle sia il cuore nascosto nella tomba, i fiori che vi crescono sopra non ci parlano solo di pace eterna, ma anche di eterna riconciliazione e di vita senza fine”.
Devozione alle Anime Sante
Il nostro amore può raggiungere l'aldilà. “Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro”, anche dopo la morte. La nostra preghiera per un'anima del Purgatorio “può significare una piccola tappa della sua purificazione” (Spe salvi, 48). “I suffragi dei viventi – nella fattispecie, il sacrificio della Messa, le preghiere, le elemosine e altre opere di pietà – sono fruttuosi per le anime dipartite per alleviare le loro sofferenze” (Concilio di Firenze).
La preghiera devota per le Anime Sante “ricorda a Dio che sono morte nell'amore, e che il loro unico rifugio è nella Sua passione e misericordia” (beato Giovanni di Ruysbroeck). Non si può dubitare, dice Sant'Agostino, del fatto che le preghiere della Chiesa per le Anime Sante spingano Dio a trattarle con più clemenza di quanta ne meritino i loro peccati. La devozione alle Anime Sante, in effetti, è così completa che, come afferma San Francesco di Sales, “assistere le anime in Purgatorio è praticare contemporaneamente in modo sublime tutte le opere di misericordia”.
Offriamo tutte le nostre prove e sofferenze per il bene delle Anime Sante, dicendo: “Padre Misericordioso, preghiamo per le Anime Sante del Purgatorio che Tu custodisci con un amore speciale. Sono morte nella Tua grazia e nella Tua amicizia, ma purificate in modo imperfetto. Ora subiscono la purificazione di cui hanno bisogno per entrare nella gioia del cielo nella santità radiosa. Grazie per questa preziosa opera di misericordia con cui ci permetti di aiutare i nostri vicini al di là della tomba. Con i miei sacrifici e le mie preghiere, e quelli di tutta la Chiesa, allevia le Anime Sante e trattale con più clemenza di quello che meritano i loro peccati. Amen”.