Ebbe una serie di visioni di Cristo, di cui non aveva mai sentito parlare, Emmanuel Segatashya, un pastorello nato nel Ruanda nel 1967 e cresciuto nel paganesimo tribale.
La guerra civile
Le visioni e le profezie – è bene sottolinearlo – risalgono agli anni che hanno preceduto la terribile guerra fratricida che ha sconvolto e devastato il Paese africano, con lotte razziali che lo hanno devastato e che hanno portato allo sterminio tra le tribù.
La prima apparizione
A tre mesi di distanza dalla prima visione avvenuta il 2 luglio 1982, il 2 ottobre di quell'anno Emmanuel salì sul podio eretto nel cortile della scuola della città di Kibeho, dove alcune ragazze in estasi avevano da qualche tempo delle apparizioni della Vergine (che poi ebbe anche Emmanuel, di pari passo a quelle di Cristo).
Il coraggio di Emmanuel
Era la prima volta che Emmanuel si trovava di fronte a un pubblico. Ma non ne era intimidito: il coraggio gli veniva dal fatto che sentiva di dover dire alla gente qualcosa di speciale, di dover comunicare al mondo un messaggio soprannaturale e profetico.
La folla aumenta
In quel momento, nel cortile, c’erano alcune centinaia di persone. Fu regolato il microfono in modo da abbassarlo, portandolo all’altezza del piccolo Segatashya. Infatti, lui voleva che tutti udissero la sua voce. E via via che parlava le persone da duecento divennero più di duemila.
Il ritorno di Cristo
Il ragazzo annunciava il ritorno di Cristo sulla terra e si esprimeva con le stesse parole e i medesimi accenti con cui il Cristo si era rivolto a lui:
“Abbiate fiducia”
Il pastorello del Ruanda continuò a parlare a Kibeho, con le parole delle sue visioni: “Non abbiate paura! Abbiate fiducia! Chi farà il bene lo prenderò con me nel Cielo preparato per i buoni. A chi farà del male il fuoco verrà verso di lui. Affrettatevi a fare il bene”.