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Sempre più vicino il primo film sul beato Carlo Acutis

EL CIELO NO PUEDE ESPERAR
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José Luis Panero - pubblicato il 02/11/22
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Intervista al regista de “El Cielo no puede esperar”, José María Zavala

Il regista, José María Zavala, avanza con fermezza nelle riprese del suo ultimo lavoro cinematografico, El Cielo no puede esperar (Il Cielo non può aspettare), prodotto da Inés e Borja Zavala, sul beato Carlo Acutis, l'influencer di Dio.

Aleteia lo ha contattato per valutare lo stato di avanzamento del film, di cui è già disponibile un bellissimo poster.

A che punto è El Cielo no puede esperar?

Nel cinema di valori, almeno in base alla mia esperienza personale per i quattro film che ho diretto finora (El Misterio del Padre PíoRenacidosWojtyla. La investigación e Amanece en Calcuta), c'è un'equazione infallibile: più difficoltà e sofferenza si incontrano, più c'è poi frutto tra gli spettatori.

È accaduto esattamente lo stesso con la ventina di libri di spiritualità che ho pubblicato finora. Significa che film e libri sono strumenti per fare il bene nel cuore di tante persone. Non sono, quindi, strettamente opere mie, ma strumenti, come dico, di cui Gesù si serve per compiere meraviglie nelle anime.

Potrebbe farci qualche esempio?

Ho assistito a conversioni sorprendenti di giovani o adulti lontani da Dio, che grazie a uno di questi film o di questi libri hanno dato una svolta alla propria vita e ora conducono un'esistenza basata sui sacramenti. El Misterio del Padre Pío, giusto per citarne uno, ha anche suscitato vocazioni sacerdotali.

Cosa posso dire ora del mio quinto film, El Cielo no puede esperar, dedicato al giovane beato italiano Carlo Acutis e che uscirà nei cinema di tutto il mondo, se Dio vuole, il prossimo anno?

Un santo per i giovani

Ha incontrato molte difficoltà in questo processo?

A giudicare dalla catena interminabile di ostacoli tecnici, economici e di altro tipo, sono convinto che si tratti di un altro grande strumento di Dio per scuotere, in questo caso, il cuore chiuso di migliaia di giovani che, molti senza saperlo, chiedono a gran voce un significato per la loro vita errante che non è altro che Dio stesso, senza il quale è impossibile essere davvero felici.

In questo senso, il film sarà un'autentica rivoluzione. Un prima e un dopo per molti giovani, padri di famiglia, nonni, amici...

I giovani potrebbero identificarsi con il beato italiano?

La vita esemplare di Carlo Acutis, morto ad appena quindici anni per una leucemia fulminante, ci mostra, come diceva lui stesso, “l'autostrada verso il Cielo” che è l'Eucaristia, motivo per il quale non si perdeva neanche una Messa e dedicava ore intere all'adorazione eucaristica.

Nonostante questo, era un ragazzo normale, che trasformava le cose straordinarie in qualcosa di ordinario e in cui molti giovani di oggi possono vedersi riflessi come in uno specchio.

Qualità cinematografica

Il film conta sicuramente su un'équipe artistica di alto livello...

Il film è già in una fase avanzata di montaggio, dopo le intense riprese realizzate soprattutto a Madrid e ad Assisi, dov'è sepolto Carlo, alla vista dei milioni di pellegrini che vanno a chiedere la sua intercessione.

La fotografia di un grande del cinema spagnolo come Miguel Gilaberte (ÁgoraVelvetAlta MarEs por tu bien), che ha lavorato con registi come Pedro Almodóvar e Alejandro Amenábar, brilla fin dal primo fotogramma.

Per non parlare del montaggio di Rod Reego, formatosi alla New York Film Academy di Los Angeles, o di Luis Mas, autore della colonna sonora originale e il cui videoclip del brano ufficiale è diventato una hit con 400.000 visualizzazioni sulo su YouTube in meno di due settimane.

Come procede il finanziamento del progetto?

Abbiamo bisogno di aiuto per andare avanti e far sì che El Cielo no puede esperar esca in molti Paesi il prossimo anno. Questo film è necessario per una gioventù senza speranza e priva di direzione. Serve aiuto innanzitutto a livello di preghiere, ma anche di donazioni di anime generose per far fronte alle spese elevate per il noleggio delle attrezzature cinematografiche, le banche di immagini, la post-produzione, il suono, la distribuzione...

Realizzare cinema con valori è molto edificante per l'anima, ma richiede anche mezzi economici che non sono alla portata dei giovani produttori Borja e Inés Zavala, che hanno rispettivamente 21 e 27 anni. Voglia Dio che si riesca a portare avanti questo film tanto necessario!

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