Vangelo di Giovedì 27 Ottobre
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
(Luca 13,31-35)
«Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». L’avvertimento rivolto a Gesù che troviamo nel Vangelo di oggi ci aiuta a dire una cosa importante: la missione di Gesù non si è svolta solo negli applausi collettivi, ma anche nel fastidio di molti altri che mal sopportavano il suo messaggio.
Verrebbe quasi da dire che, se l’annuncio del Vangelo non urtasse nessuno, allora questo sarebbe il segno che l’annuncio si è allontanato dal Vangelo. Se ad esempio il cristianesimo vissuto in una grande città non costringesse l’indifferenza borghese a fare i conti con gli ultimi allora non servirebbe a molto.
Se il Vangelo annunciato in una terra dove impera la mafia non disturbasse i mafiosi, allora quel Vangelo non sarebbe davvero il Vangelo di Gesù Cristo.
Se il messaggio di Gesù non urtasse un certo modo corrotto di fare politica allora quel messaggio sarebbe solo un altro modo della cultura dominante di esprimersi e comandare anche attraverso linguaggi religiosi.
Insomma è una buona notizia che Erode minaccia, perché ciò attesta che Gesù sta facendo davvero il suo dovere.
Mi verrebbe da domandare però se anche noi stiamo facendo il nostro o ci accontentiamo di difendere solo il nostro posto nel mondo e nella società.
La vittoria del cristianesimo non coincide con l’egemonia culturale, ma sulla forza profetica di rimanere un pungolo per tutte le egemonie e tutti i poteri e le mentalità del mondo. Non si può desiderare il consenso di Erode, ma solo la sua conversione.