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Carlo Acutis difendeva la vita: ebbe un incubo sugli embrioni congelati

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/10/22
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Quel fatto lo scosse molte, racconta sua madre Antonia, perché Carlo aveva una idea ben precisa sul tema degli embrioni umani

Se fosse ancora vivo, c’è da giurarci che Carlo Acutis sarebbe uno dei più strenui difensori della vita umana: lotterebbe contro manipolazioni genetiche e uso indiscriminato degli embrioni umani. Probabilmente sarebbe in campo contro l’aborto perché Carlo voleva fermamente che ogni nuova vita avesse la possibilità di nascere in una madre consapevole del dono che porta dentro. 

Questo ritratto inedito del beato Acutis emerge rileggendo le parole della madre Antonia Salzano Acutis, nel libro Il segreto di mio figlio” (Piemme).

La ricerca del prof. 

Antonia Salzano premette che «se c’era da spiegare la ragionevolezza del pensiero della Chiesa su tematiche anche delicate, Carlo era sempre pronto. In particolare, quando si parlava della dignità della vita e dell’embrione. Quell’estate si dedicò a una ricerca affidatagli dal suo professore di religione». 

Embrioni in sovrannumero

Riguardava il tema della fecondazione assistita secondo le varie religioni. Era rimasto molto turbato nel venire a sapere che attraverso queste tecniche si producono spesso embrioni in sovrannumero, che poi vengono congelati o utilizzati per fare sperimentazioni mediche. 

“La possibilità di venire al mondo”

Proprio in quei giorni, Carlo Acutis confidò alla madre di aver avuto un incubo. In sogno aveva visto diverse persone congelate. Si era molto impressionato. «Diceva che sarebbe stata un’opera santa se vi fossero state donne disponibili ad “adottare” ognuno di questi embrioni congelati per dare loro la possibilità di venire al mondo», afferma Antonia Salzano Acutis. 

Cattolici e “crimini” 

A Carlo Acutis «non interessava giudicare le persone. Diceva che solo Dio poteva farlo. Rifuggiva anche da quei cattolici che attaccano con forza e quasi cattiveria chi, a loro dire, si macchiava di “crimini”», aggiunge ancora la mamma.  

“Cercare di far nascere queste nuove vite”

Piuttosto, Carlo cercava di trovare soluzioni per il bene di tutti. Fare il bene, significava per il giovane beato, cercare di far nascere queste nuove vite e di non lasciarle lì congelate. «Il suo intento - conclude la madre - non era quello di opporsi, come se occorresse alzare mura contro chi la pensa diversamente». 

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