Wadi El Natrun è una depressione desertica nel nord dell'Egitto nota nella letteratura cristiana come Scetis. Situata a nord-ovest del delta del Nilo, è uno dei primi tre centri monastici cristiani nel deserto di Nitria, e l'unico in cui questi antichi monasteri rimangono in uso - degli altri due, Nitria e Kellia, abbiamo solo resti archeologici.
Le prime esperienze di monachesimo
Questa regione desolata divenne presto una delle aree più sacre del cristianesimo, perché i Padri del Deserto e altre comunità cenobitiche e proto-monastiche vi si avventuravano in cerca di solitudine. Questi primi eremiti e monaci consideravano il deserto un luogo privilegiato per scoprire la presenza di Dio, imitando il ritiro di Cristo nel deserto per 40 giorni e 40 notti prima della Sua Passione. Tra il IV e il VII secolo, infatti, cristiani di tutto il Mediterraneo si unirono ai tanti monasteri e comunità di Wadi El Natrun.
La tradizione afferma che San Macario d'Egitto andò per primo a Wadi El Natrun intorno al 330. La sua reputazione attirò anacoreti, eremiti e monaci, che si stabilirono nelle vicinanze in singole celle. Molti di loro provenivano da deserti vicini, dove avevano sperimentato in precedenza la vita solitaria. Alcune di queste prime comunità cenobitiche non erano altro che gruppi di monaci affini. Secondo il testo Egypt from Alexander to the Early Christians: An Archaeological and Historical Guide, dello studioso classico Roger S. Bagnall, al suo culmine la zona era sede di circa 700 monasteri.
Cenobitismo a Scetis
All'inizio queste comunità erano composte da singole celle costruite intorno a una chiesa comune, con altre strutture condivise. Le mura di cinta caratteristiche dei chiostri medievali si svilupparono nel tempo, più che altro per motivi di sicurezza. Scetis (il nome greco di Wadi El Natrun) venne attaccata e depredata dai predoni provenienti dal deserto libico all'inizio del V secolo, cosa che portò molti Padri del Deserto a lasciare la regione.
Lo studioso gesuita William J. Harmless, noto esperto del monachesimo delle origini, spiega che “la distruzione di Scetis rappresentò un punto di svolta nella storia del monastero cristiano delle origini”. Secondo l'Apophteghmata, infatti, uno dei sopravvissuti a queste incursioni, Sant'Arsenio il Grande, avrebbe detto: “Il mondo ha perso Roma, e i monaci hanno perso Scetis”.
Il sito venne ripopolato pochi anni dopo, e subì altre incursioni fino alla fine del VI secolo. Nel VII secolo, durante la conquista musulmana dell'Egitto, i monasteri fiorirono (dal momento che la zona godeva della sicurezza derivante da una forte autorità centrale), ma la tassazione e altre questioni amministrative alla fine portarono a conflitti con il governo musulmano.
Nitria e Kellia furono poi abbandonate, ma Scetis continuò ad essere un centro di attrazione spirituale in tutto il Medioevo.
Anche se la maggior parte dei monasteri venne in seguito abbandonata o distrutta, quattro sono rimasti in uso fino ad oggi: il Monastero di San Macario il Grande, il Monastero di Paromeos, il monastero di San Pishoy e il Monastero Siriano. Queste quattro strutture sono attualmente i più importanti centri del monachesimo copto.