La Chiesa ha creato ufficialmente il titolo di “dottore della Chiesa” nel 1295. I primi a riceverlo furono i santi Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno. Tre secoli più tardi, nel 1567, san Pio V completò questa lista con san Tommaso d’Aquino. L’anno successivo i “quattro Padri della Chiesa greca” (i santi Atanasio, Basilio Magno, Gregorio di Nazianzo e Giovanni Crisostomo) si aggiunsero alla lista. A loro si unì Bonaventura nel 1586. A partire dal XVIII secolo il titolo, dato con maggiore frequenza, fu accordato ai santi Anselmo di Canterbury, Isidoro di Siviglia, Pietro Crisologo e Leone Magno.
Nel XIX secolo, nove altri santi vennero proclamati dottori della Chiesa: Pier Damiani, Bernardo di Chiaravalle, Ilario di Poitiers, Alfonso Maria de’ Liguori, Francesco di Sales, Cirillo di Alessandria, Cirillo di Gerusalemme, Giovanni Damasceno e Beda il Venerabile. Il XX e il XXI secolo, da soli, fanno fare bella figura ai medievali e ai moderni, con l’eccezione di due orientali antichi – Efrem il Siro e Gregorio di Narek. I santi Pietro Canisio, Giovanni della Croce, Roberto Bellarmino, Alberto Magno, Antonio di Padova, Lorenzo da Brindisi, Giovanni d’Avila… La lista si allunga e comprende anche quattro donne: le sante Teresa d’Avila, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux e Ildegarda di Bingen. Dopo la proclamazione, nel gennaio 2022, di Ireneo di Lione, la Chiesa cattolica conta 37 dottori. Per ottenere questo titolo, tuttavia, i laureati celesti hanno dovuto rispondere a diversi criterî.
Dottrina eminente, santità di vita ed elezione pontificia
Anzitutto non bisogna confondere i Dottori della Chiesa con i suoi Padri, anche se alcuni di questi (come Ambrogio oppure Agostino) portano entrambe le denominazioni. I Padri della Chiesa sono i pensatori i cui scritti costituiscono le basi della dottrina della Chiesa stessa. Mentre il termine di dottore della Chiesa” si applica ai teologi, ai filosofi o agli scrittori antichi che hanno significativamente arricchito la dottrina della Chiesa, sia a livello filosofico-teologico sia sul piano ascetico-spirituale.
Benedetto XIV, che fu papa tra il 1740 e il 1758, esplicitò le condizioni richieste per divenire dottori, sempre a titolo postumo. I criterî sono tre:
«Un dottore della Chiesa è un santo la cui eminenza, nel pensiero teologico e spirituale, è riconosciuta come contributo significativo per la dottrina della fede cristiana», precisa ad Aleteia fr. Élie Ayroulet, vice-postulatole della causa del dottorato di Ireneo di Lione, professore di patristica e vice-decano della facoltà di teologia dell’Università Cattolica di Lione:
In pratica, il Dicastero delle cause dei santi riceve lettere di postulatori per quanti chiedono questo titolo per un santo. Viene consultato anche il Dicastero per la Dottrina della Fede. Dopo che questi due organi di Curia Romana si siano espressi, la proposizione del titolo viene sottoposta al Papa o al Concilio Generale, ossia alle uniche autorità abili a proclamare un dottore della Chiesa. Se queste convalidano la proclamazione, spesso mediante lettera apostolica, essa viene fatta oggetto di una celebrazione solenne. Il calendario liturgico riserva quindi delle menzioni speciali per celebrare i dottori della Chiesa.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]