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L’amore fraterno tra i Suoi testimoni prepara l’incontro con Cristo

AMORE FRATERNO
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 17/10/22
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Perché Gesù si fa precedere dai discepoli prima di entrare in una città? Cosa significa questo per la nostra fede?

Vangelo di Martedì 18 Ottobre (San Luca)

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.

(Luca 10,1-9)

Gesù si fa precedere dai discepoli. È un dettaglio significativo. Ogni buona semina è preceduta da un’aratura. La sua stessa venuta è preceduta dalla missione di Giovanni Battista, chiamato appunto il precursore.
Ma perché Gesù chiede qualcosa di cui in realtà non avrebbe alcun bisogno? Perché, se Dio è Amore, allora l’unica cosa che può convincerci della Sua esistenza è vedere due persone che si vogliono veramente bene.


Al contrario è molto difficile credere all’Amore quando non si è mai avuto davanti persone che si sono amate reciprocamente.
Un giovane, ad esempio, è aiutato molto nella sua vita spirituale se nella sua famiglia, e nella sua vita in generale, ha incontrato persone che si fidavano gli uni degli altri, che si proteggevano, che avevano cura, che si donavano seppur nei loro limiti.
È l’aver visto che i legami possono essere affidabili che fa scattare in lui una fiducia nei confronti di un legame che non è immediatamente visibile, come quello con Dio.
E proprio per questo molto ateismo nel mondo giovanile nasce dalla sfiducia nei legami che si è sperimentati fallimentari nella propria esperienza.
Ma questa regola non è assoluta, c’è sempre spazio per le eccezioni, di certo non possiamo trascurare che la più grande testimonianza che possiamo dare agli altri è quella di voler bene, non quella di compiere semplicemente un’opera lodevole.


In questo senso la vita religiosa ha senso non quando è focalizzata su una missione, o su un’opera specifica, ma quando è testimonianza di legami fraterni che funzionano. Ciò che è attrattivo per i lontani non sono i nostri ragionamenti, ma il vedere persone che si vogliono veramente bene, che sanno perdonarsi, che sanno dare la vita l’un per l’altro. Questo prepara la strada a Cristo. 

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