Mediamente, gli Antichi Romani non erano grandi fan dell’idea di seppellire i morti. Per questioni culturali, preferivano cremarli: lo trovavano più sbrigativo, più pratico e più pulito.
Qualcosa iniziò a cambiare attorno al II secolo avanti Cristo, quando alcune fasce della popolazione cominciarono ad avvertire il desiderio di mettere a riposare i propri cari nella stessa forma con cui li avevano conosciuti in vita, preservando dunque l’integrità del loro corpo. Fu un mutamento molto lento, che restò comunque marginale e che non pare essere motivato da particolari cambiamenti nella sensibilità religiosa della popolazione. Alcuni ipotizzano che, a contribuire in modo non marginale alla diffusione della nuova moda, siano stati gli ebrei, affluiti in gran numero nella città di Roma dopo la conquista della Siria nel 62 a.C. In effetti, anche Tacito ci parla della loro forte avversione o nei confronti della cremazione e della tenacia con cui essi rimasero ancorati alle tradizionali tecniche di sepoltura tipiche della Giudea, costituite da cave sepolcrali e fosse scavate nella terra.
Quale che sia stata la genesi delle catacombe, una cosa è certa: non furono i cristiani a utilizzarle; e anzi, sono note agli archeologi numerose catacombe romane di età pre-cristiana nelle quali sono state rinvenute sepolture indubitabilmente pagane.
Ma perché ai cristiani piacquero tanto le catacombe?
È fuor di dubbio, però, che furono i cristiani i principali utilizzatori delle catacombe, nonché gli artefici delle necropoli più numerose.
E non avrebbe potuto essere diversamente: quella che, per un pagano, era una libera scelta dettata da un gusto individuale (“preferisco la sepoltura o la cremazione?”) era invece decisione obbligata per un cristiano. Solo in anni molto recenti la Chiesa cattolica ha sciolto le sue riserve nei confronti della cremazione; una pratica che, per secoli, era stata duramente avversata.
In fin dei conti, non era forse scritto che i cristiani sarebbero risorti anima e corpo?
In virtù di ciò, si fece rapidamente strada nelle prime comunità cristiane la sensibilità per cui era bene che il corpo del defunto non fosse danneggiato in alcun modo, anzi preservato nella sua interezza. E le catacombe, naturalmente, parvero il luogo perfetto per assicurare ai defunti un (non poi così) eterno riposo.
Naturalmente, dietro alla costruzione di quelle immensi necropoli sotterranee, esistevano anche motivazioni di tipo volumetrico: un corpo cremato non tiene spazio, ma seppellire una salma è tutt’altra questione. Fu immediatamente chiaro a tutti che occorreva pensare a forme di sepoltura a sviluppo verticale, per banali questioni di natura pratica.
Ma v’era di più. In un’ottica di solidarietà cristiana, era confortante e fortemente simbolico il pensiero per cui tutti i correligionari avrebbero potuto riposare assieme, in catacombe uguali per tutti, riccamente decorate da chi ne aveva la possibilità economica e messe a disposizione anche di quei fratelli poveri che, diversamente, non avrebbero mai potuto beneficare di una così ricca sepoltura.
E, naturalmente, le catacombe diventarono ancor più preziose agli occhi dei cristiani nel momento in cui, dolorosamente, l’età delle persecuzioni cominciò a riempirle con le salme di quei martiri che già si cominciava a chiamare “santi”. E il cui corpo, dunque, era già “reliquia” da custodire con cure ancora più speciali.
La strana storia dei cristiani che (non) si nascondevano nelle catacombe
Per contro: non c’è assolutamente alcuna ragione per credere che, durante le persecuzioni, i cristiani avessero l’abitudine di chiudersi nelle catacombe per sfuggire ai loro nemici. È una leggenda vera e propria, che inizia a diffondersi in secoli recenti grazie all’inventiva di alcune produzioni narrative (e poi cinematografiche), che ricorrevano a questo dettaglio immaginario per descrivere le dure condizioni di vita dei martiri cristiani ingiustamente perseguitati.
In realtà, non è vero niente. Non esiste alcuna fonte storica che ci permetta di ipotizzare un utilizzo di questo tipo: anzi, esistono svariati elementi capaci di farci dire che la sola idea di nascondersi in una catacomba sarebbe stata poco meno che follia. Le catacombe erano regolarmente mappate dal governo, e da parte cristiana non esisteva il minimo tentativo di tenerle segrete: anzi, le entrate erano spesso evidenziate da strutture eleganti e archi vistosi, come quelli che ancor oggi si possono ammirare nelle catacombe di santa Domitilla, sulla via Ardeatina.
L’ubicazione di questi luoghi di sepoltura era così conosciuta che, paradossalmente, recarsi nei paraggi era il miglior modo per fare una brutta fine, se era in corso una persecuzione anticristiana. Fu proprio questo il modo in cui morì papa Sisto II, che il 6 agosto 258 fu catturato mentre incontrava alcuni fedeli alle catacombe di Pretestato: evidentemente, un luogo così noto alle autorità romane da trasformarsi in una potenziale trappola per chiunque vi si recasse. Altro che rifugio: trasferirsi da quelle parti sarebbe stato qualcosa di molto prossimo al suicidio!
E che le catacombe c’entrassero ben poco con la necessità di proteggersi dalle persecuzioni è indicato anche da un altro dettaglio: questi luoghi di sepoltura continuarono a essere utilizzati anche dopo l’editto di Costantino. Pian piano, nacque nelle comunità cristiane la consuetudine di seppellire i propri defunti in piccoli appezzamenti di terra consacrata attorno alle chiese che via via venivano costruite; ma fu un cambiamento piuttosto lento, che impiegò quasi un secolo per affermarsi. Le sepolture nei “campi santi” attorno alle chiese cominciarono a diventare realmente popolari solo nel V secolo: la libertà religiosa era stata conquistata da parecchie decadi.
Per un finesettimana alternativo
E se questo articolo avesse incuriosito qualche lettore facendogli venir voglia di approfondire questa storia: il tempismo non potrebbe essere dei migliori. Sabato 15 ottobre 2022, per iniziativa della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, si terrà a Roma la quinta edizione della Giornata delle Catacombe, manifestazione durante la quale i visitatori avranno la possibilità di accedere a catacombe normalmente chiuse al pubblico e di scoprire la storia di questi cimiteri sotterranei attraverso attività e percorsi per grandi e per bambini.
Per le visite, sempre gratuite, è necessaria la prenotazione; maggiori informazioni su https://www.giornatadellecatacombe.it/