San Gregorio Magno, gigantesco papa tardo-antico, è considerato uno dei più grandi santi di tutti i tempi: brillava non solo per la sua generosità e per il suo zelo come pastore di anime, ma anche per la sua grande umiltà. Si pensa spesso (a torto) che i santi siano esseri umani senza difetti, mentre essi sono anzitutto uomini e donne che ripongono in Dio tutta la loro fiducia.
Tutti siamo chiamati a diventare santi, e i nostri errori non ci impediscono mai di rispondere a questa divina vocazione. San Gregorio stesso riconosceva i propri torti in una omelia in cui ha spiegato i suoi doveri di pontefice accusando le proprie numerose mancanze:
San Gregorio non si risparmia, in questo discorso, e svela anche il proprio modo di peccare, soprattutto quando si ritrova in ambienti favorevoli alle sue cadute:
Ad ogni modo, la ragione per la quale egli è santo non è la sua debolezza, ma quanto ha poi spiegato nella sua omelia:
Malgrado la sua debolezza, san Gregorio accetta la grazia di Dio nella propria vita e fa di tutto per amore suo. Ecco perché la Chiesa lo ha dichiarato santo e lo addita come degno di imitazione. Quando osserviamo la nostra vita, dobbiamo riconoscere i nostri errori, ma invece di adagiarci e di piangerci addosso dobbiamo accettare la clemenza e il perdono di Dio. Lo scopo non è (solo) evitare le cadute, ma (soprattutto) rialzarci ogni volta che cadiamo.
[traduzione a cura di Giovanni Marcotullio]