Il beato Carlo Acutis (Londra, 3 maggio 1991 – Monza, 12 ottobre 2006) si dedicò molto all’ecumenismo e ad ispirare questa sua passione è stato Benedetto XVI, uno dei pontefici “preferiti” da Carlo. Lo racconta la madre Antonia Salzano nel suo libro “Il segreto di mio figlio” (Piemme).
«Seguiva sempre quello che in proposito diceva Papa Benedetto XVI, che mise questo dialogo ecumenico come priorità all’interno del suo pontificato», ricorda la madre nel libro.
Il viaggio in Germania
Nell’agosto del 2005, Carlo Acutis seguì con intensità il viaggio di Benedetto XVI in Germania. «Rimase molto toccato dal discorso che il Papa pronunciò a braccio il 19 agosto, ai rappresentanti delle chiese protestanti e ortodosse - spiega la madre di Carlo . Ratzinger spiegò di non credere in un ecumenismo tutto centrato sulle istituzioni. Per lui la questione seria era come la Chiesa dovesse testimoniare la Parola di Dio nel mondo. Problema affrontato dalla cristianità già nel I secolo e risolto fin d’allora con delle decisioni che secondo lui dovevano valere anche per la Chiesa di oggi».
L’ecumenismo di ritorno
In un altro passaggio Benedetto XVI respinse «quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare, cioè e rifiutare la propria storia di fede». Perché la “vera cattolicità è pluriforme”: «Unità nella molteplicità e molteplicità nell’unità». Il giovanissimo beato restava colpito da queste espressioni e dai concetti di Ratzinger sull’approccio al dialogo con le altre religioni.
La novena di gennaio
Ma Carlo Acutis era affascinato da Papa Benedetto XVI anche quando egli raccomandava di pregare e sacrificarsi per l’ecumenismo. Così, ogni anno a gennaio, in occasione della preghiera per l’unità dei cristiani, «Carlo faceva sempre una novena. Era attento ai bisogni della Chiesa, e gli piaceva seguire anche gli eventi ecclesiali, come appunto la visita del Papa in Germania», conclude mamma Antonia Salzano.
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