Venerdì, 7 ottobre 2022
1. L'ascesa del cardinale Grech
2. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, custodi del Concilio Vaticano II
3. Cardinale si oppone al trasferimento dell'ambasciata britannica a Gerusalemme
4. Appello della Chiesa per la situazione disperata nel Tigray
5. Il Papa in Bahrein: un “segnale” all'islam sciita
1L'ascesa del cardinale Grech
Lo statunitense The Pillar spiega perché il cardinale Mario Grech, 65 anni, è una figura in ascesa in Vaticano. Ex vescovo della piccola diocesi di Gozo, a Malta, il giovane presule è stato posto alla guida del Sinodo dei Vescovi nel 2019 da Papa Francesco. Promosso cardinale un anno dopo, Mario Grech è diventato una figura centrale in Vaticano quando il Pontefice argentino ha deciso di lanciare il Sinodo sulla Sinodalità. Questo processo biennale, che dovrebbe rendere la Chiesa più sensibile al popolo di Dio, “sarà probabilmente ricordato come la pietra angolare dell'eredità di Papa Francesco”, spiega l'autore dell'articolo. Gli osservatori, a Roma e non, stanno cominciando a vedere il cardinale Grech come un erede naturale del Papa argentino, soprattutto se il conclave avesse luogo prima della fine del processo, dato che il presule maltese sarebbe visto come il “più attrezzato per portare avanti gran parte della visione del Papa per il futuro”. The Pillar spiega come la segreteria del Sinodo sia diventata in pochi mesi il motore dell'apparato vaticano. “Funzionari di diversi dicasteri vaticani hanno riferito a The Pillar che ora funziona come un nuovo tipo di 'primo dicastero'”. Un altro funzionario della Curia ha confidato che “il cardinale Grech è al centro di tutto”. Il cardinale maltese è quindi quello che incarna meglio questa nuova era sinodale nella Chiesa cattolica. L'articolo si conclude tuttavia con un avvertimento: “Se questa Chiesa sinodale diventasse sinonimo di crisi ecclesiale permanente”, la sua statura potrebbe risentirne.
The Pillar, inglese.
2Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, custodi del Concilio Vaticano II
Convocando il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII ha voluto “riaccendere la fede cristocentrica della Chiesa per convertire il mondo moderno”, sostiene il teologo americano George Weigel, che all'epoca era uno studente. L'obiettivo, spiega, era dare alla Chiesa un linguaggio che il mondo potesse ascoltare. L'applicazione del Concilio, però, è stata spesso sostituita da un'interpretazione al di fuori dei testi, “un amorfo 'lo spirito del Concilio Vaticano II'”, sottolinea. Ad esempio, ritiene che in materia di liturgia la costituzione apostolica Sacrosanctum Concilium sia stata letta molto male, e afferma che per questo i Papi hanno cercato di correggere le interpretazioni sbagliate sorte dopo il Concilio. Secondo Weigel, il motu proprio Traditiones custodes di Francesco ha “peggiorato le cose, piuttosto che migliorarle”. Considerando il dialogo della Chiesa con il mondo, il teologo critica la comparsa di una “Chiesa del Risveglio” che nega le verità dell'antropologia biblica. Deplorando la “crisi ecclesiastica” che ha colpito la Chiesa tedesca, Weigel spiega che il Concilio non dà una “chiave autorevole” per conformare la sua applicazione, fornita invece da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Quella principale, osserva, sarebbe stata consegnata al Sinodo dei Vescovi del 1985, quando la Chiesa è stata definita una “comunione di discepoli in missione”. La Chiesa che oggi segue questi insegnamenti, sottolinea il teologo, è quella che prospera, in contrasto con la “chimera” delle interpretazioni da “cattolicesimo annacquato” del Vaticano II.
National Catholic Register, inglese.
3Cardinale si oppone al trasferimento dell'ambasciata britannica a Gerusalemme
In una lettera scritta al Primo Ministro britannico, il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, esprime la sua preoccupazione per il progetto di trasferimento dell'ambasciata britannica da Tel Aviv a Gerusalemme.
Vatican News, francese.
4Appello della Chiesa per la situazione disperata nel Tigray
La Chiesa cattolica in Etiopia chiede la fine dei combattimenti che continuano a devastare la regione del Tigray, nel nord del Paese. Si stima che circa 9 milioni di persone nella regione siano minacciati dalla fame.
Focus On Africa, italiano.
5Il Papa in Bahrein: un “segnale” all'islam sciita
Il vescovo Paul Hinder, amministratore apostolico dell'Arabia settentrionale, crede che il viaggio di Papa Francesco in Bahrein agli inizi di novembre sia una strategia positiva per approcciare le varie correnti della fede musulmana. La maggior parte degli abitanti del piccolo regno è sciita, ma sono i sunniti a governare il Paese.
AsiaNews, italiano.