Erbe aromatiche o spezie dimenticate dai poteri rivitalizzanti, antisettici o calmanti… Nel giugno 2022 la celebre abbazia cistercense di Fontenay (Côte-d’Or) ha inaugurato il proprio jardin des simples, con 1.500 piante, direttamente ispirato agli scritti di santa Ildegarda di Bingen.
La celebre badessa renana del XII secolo, proclamata dottore della Chiesa il 7 ottobre 2012, ne ha repertoriate più di 300 specie. Tante erano le varietà medicinali o aromatiche nel medioevo si trovavano negli orti e nei giardini claustrali – cose di cui oggi si ha una sete fortissima:
Una figura del ben-essere o dell’essere-meglio?
Naturopata ante-litteram, Ildegarda di Bingen affascina da diversi decenni. Libri di ricette, tisane, diete alimentari e centri di scienza dell’alimentazione dedicati a lei si sono moltiplicati in modo spettacolare un po’ dappertutto nel mondo, a cominciare dalla Germania, suo paese natale. Questa prodigiosa diffusione, però, non è legata soltanto alla sua medicina preventiva, così come si praticava all’epoca e che costituisce la base dell’attuale naturopatia.
Il suo approccio dietetico, di cui oggi si scoprono i beneficî, non si riduce alle regole di una sana alimentazione. È soprattutto un appello a una certa ascesi e alla conversione spirituale che passa dalla scoperta di un Dio creatore. Un appello di un medico del corpo e dell’anima che intende unire il legame tra il Creatore e le sue creature. La medievista Laurence Moulinier-Brogi protesta:
Una frequenza (molto) accelerata da Benedetto XVI
Tutto cominciò il 1º settembre 2010 a Castel Gandolfo. Il papa tedesco le dedicò la propria catechesi dopo aver ricordato la lettera apostolica di Giovanni Paolo II Mulieris dignitatem, che parlava del prezioso ruolo che le donne avevano giocato e continuavano a giocare nella vita della Chiesa:
Proprio una settimana più tardi, l’8 settembre, il Papa le dedicò l’udienza generale che ebbe luogo in Vaticano. In quell’occasione annunciò di avere intenzione di approfondire la propria riflessione su Ildegarda, e citò sia la sua lettera a san Bernardo sia degli estratti dalla sua opera visionaria, Scivias:
In ultimo, il 20 dicembre (sempre dello stesso anno), in un discorso rivolto alla Curia Romana, Benedetto XVI tornò nuovamente sulla potenza teologica delle visioni di Ildegarda di Bingen – sullo sfondo gli abusi sessuali in seno alla Chiesa attuale. Fu in una lettera scritta dalla mistica alla fine della sua vita, nel 1170, a Werner di Kirchheim, che Benedetto XVI trovò le parole per descrivere quel che la Chiesa viveva nel 2010:
2012, l’anno di santa Ildegarda
Benedetto XVI non si fermò lì. La frequenza di riferimenti e citazioni crebbe: in appena un anno e mezzo, tutto fu pronto perché il 2012 diventasse un anno-chiave per celebrare Ildegarda di Bingen. Il 10 maggio 2012 il Papa la canonizzò in piazza San Pietro. Si trattò di una canonizzazione “equipollente”, cioè in deroga alla regola dei miracoli. Ritenuta da sempre santa, da parte dei fedeli, e oggetto di una devozione ab immemorabili, per il Romano Pontefice si trattava di formalizzare uno stato di fatto. Poi, nello slancio del momento, il 7 ottobre del medesimo anno (ossia quattro mesi prima delle sue dimissioni, l’11 febbraio 2013), la religiosa è stata proclamata dottore della Chiesa, dopo Caterina da Siena, Teresa d’Avila e Teresa di Lisieux.
Questo duplice proiettore ha permesso al Papa di mettere in luce una figura spirituale gigantesca ma, a suo avviso, troppo poco nota:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]