Nel suo libro Scegliere il perdono: scatenare il potere della grazia di Dio, il sacerdote Thomas Berg e lo psicologo clinico Timothy Lock diagnosticano un problema debilitante che affligge molti: l'incapacità di perdonare.
Gli autori offrono anche un percorso per mettere da parte il risentimento, un processo che promette benefici psicologici e spirituali che cambiano la vita. Aleteia ha parlato con gli autori del nuovo libro, pubblicato da Our Sunday Visitor.
Nel suo libro spiega come nutrire risentimenti possa avere un effetto dannoso sulla propria salute emotiva e spirituale. Come possiamo riconoscere i sintomi di tutto questo in noi stessi?
Dr. Lock: Ci sono modi diretti e indiretti in cui manifestiamo sintomi di risentimento e mancanza di perdono.
La rabbia è il sintomo “diretto” più comune, evidente in cose come sfoghi di rabbia, fastidio persistente o irritabilità generale.
Altri sintomi diretti includono il fatto di provare facilmente impazienza o frustrazione, essere molto critici, offrire commenti negativi frequenti ed essere polemici.
È importante cercare anche i sintomi indiretti: negare affetto ed espressioni d'amore, freddezza nei rapporti interpersonali, negare sostegno. I sintomi indiretti sono talvolta definiti “passivo-aggressivi”.
Scrivete del rapporto tra perdono e libertà. In che modo sono collegati?
Padre Berg: Aggrapparsi alla mancanza di perdono è come tenere un pallone da spiaggia sotto l'acqua. Il pallone sembra sviluppare una certa forza, e cerca qualsiasi opportunità di liberarsi e catapultarsi fuori dall'acqua, in aria.
Proprio come la forza necessaria per tenere un pallone da spiaggia sott'acqua, quando ci aggrappiamo alla mancanza di perdono, usiamo un'enorme quantità di risorse interne e di forza per rimuginare sui problemi e sulla persona che ci ha offesi.
Quando perdoniamo, siamo in grado di “lasciar andare” quel rimuginare e la persona che lo provoca.
Questo ci permette di rilassarci, e possiamo rivolgere le nostre risorse e le nostre forze ad altri settori della vita.
È più facile da dire che da fare, però, e quindi nel libro entriamo nei dettagli relativi al modo in cui farlo.
Nella vita di coloro che abbiamo incontrato nel nostro ministero (padre Tom attraverso la Confessione o la direzione spirituale, il dr. Lock nella terapia) e nella nostra vita personale, abbiamo constatato che quando svolgiamo il difficile compito di perdonare, siamo capaci di vivere in questa libertà.
Dopo aver approfondito il significato del perdono e la sua importanza, il libro offre un percorso passo dopo passo per perdonare le offese. Voi scrivete che senza seguire questi passi, i cattolici a volte rischiano di farlo in modo “istintivo” perché sentono che è la cosa giusta da fare. Potete spiegare brevemente cosa deve accadere per perdonare in modo sincero?
Dr. Lock: A volte le persone si dicono di aver “perdonato” qualcuno che le ha ferite semplicemente perché non amano i sentimenti negativi che accompagnano il dolore. Stanno quindi cercando una soluzione rapida.
L'autentico perdono, però, non è un sentimento, è una decisione. Una decisione spesso profonda e impegnativa, perché significa cancellare un debito, rinunciare a qualcosa che vogliamo davvero da chi ci ha offeso, ovvero la nostra affermazione.
Questo tipo di decisione richiede spesso tempo, richiede preghiera, dev'essere costruita e in modo ben deliberato. È quello che analizziamo nel libro.
Il sottotitolo del libro è “Scatenare il potere della grazia di Dio”. Cosa dice questo dell'importanza del perdono per chi vuole crescere nella sua fede cristiana?
Padre Berg: Il perdono di Dio Padre è al centro della fede cristiana. Suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, mediante il Suo sacrificio sulla croce redime l'umanità e ci riconcilia con il Padre.
Il dono dello Spirito inonda il mondo di grazia e della possibilità di redenzione, guarigione, giustizia e pienezza.
Come partecipi di questo mistero di redenzione e chiamati ad essere strumenti e collaboratori, dobbiamo offrire al mondo questo perdono che guarisce. Ciò ha inizio nei nostri rapporti interpersonali quando ci perdoniamo a vicenda.
Nel libro suggerite che, dopo che il lettore ha imparato a perdonare una persona specifica che lo ha ferito, inizi a esaminare tutte le sue lamentele irrisolte, anche se piccole, dall'infanzia al giorno prima. Avete verificato in prima persona come questo processo possa cambiare la vita?
Dr. Lock: Ho avuto il privilegio di accompagnare molte persone in questo processo.
Mentre ripercorriamo tutta la nostra vita, ricordiamo indubbiamente sempre più esempi di persone che ci hanno feriti o offesi in un modo o nell'altro. Accade sempre.
Quando vediamo la quantità di ferite ci rendiamo conto di quanto ci pesa, ma non dobbiamo scoraggiarci. Abbiamo la missione di scoprire le ferite e di chiedere la grazia di perdonare.
Non vogliamo rimanere legati per via di situazioni passate. Vogliamo “vivere in pace con tutti” (Romani 12, 18).
E desideriamo quella libertà di cui parlavamo prima: vogliamo essere liberi per amare. È questo che ho constatato con i miei pazienti e nella mia vita.
L'abitudine di alimentare risentimento per ingiustizie minori è una cosa seria?
Dr. Lock: Naturalmente, maggiore è l'entità dell'offesa, maggiore è la necessità di guarire le ferite.
Se si va al pronto soccorso con una gamba rotta e una scheggia, prima si occuperanno della gamba rotta. Con il perdono accade lo stesso.
Abbiamo comunque visto persone con ogni tipo di esperienze beneficiare del perdono.
Abbiamo anche visto persone che hanno subìto un trauma tremendo ma conducono una vita profondamente indulgente, e altre che hanno sperimentato relativamente pochi traumi vivere in modo molto rigoroso.
Credo che quando siamo onesti possiamo tutti identificare dei luoghi nel nostro cuore in cui abbiamo bisogno di crescere nel perdono.
Padre Berg: Siamo abbastanza sicuri del fatto che il libro possa essere utile per tutte le ferite della vita, di qualsiasi dimensione, che richiedono il perdono.
Padre Thomas Berg è docente di Teologia Morale e direttore delle ammissioni al Seminario St. Joseph a Yonkers, New York. Ha conseguito il dottorato in filosofia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma.
Il dottor Timothy G. Lock, Ph. D è uno psicologo, e dal 2019 lavora a tempo pieno come Direttore dei Servizi Psicologici al Seminario St. Joseph (Dunwoodie) dell'arcidiocesi di New York. È fondatore e direttore del Centro Goretti per la Guarigione e il Perdono, in cui cura i clienti dal 2001.