Betania.
La felicità comincia a casa.
Il prefisso Beth- (in ebraico significa ‘casa’), oggi ha il nome arabo al-Azariyeh, che significa "luogo di Lazzaro".
Quanta umanità di Gesù con chi è dentro la casa (il cantiere) di Betania. Spesso andava a casa loro, per riposarsi, per un pasto, per l’amicale conforto. Un’amicizia che ci fa scoprire fratelli. Gesù aveva una predilezione per gli amici ("vi ho chiamato amici e non servi"), ma non ha mai significato che amava meno qualcun altro. Nessun paragone. Lui ama ‘fuori misura’, in maniera traboccante ogni relazione d’amore. Non dimentichiamolo mai, per evitare e spesso accade: io non sono come quello/quella. Non ci sia la tentazione, nei cantieri di Betania di sentirci ‘cavalli’ mentre siamo tutti ‘asini’ (cfr. I kanthélios).
Betania, casa che ha una ‘stabilità in movimento’; è punto di riferimento, ha una ‘porta aperta’, ha la ‘pietra rotolata’ del sepolcro di Lazzaro, a cui spesso siamo confinati nella rassegnazione della non vita; è luogo di servizio e di ascolto della Parola di Dio, nutrimento con vini e cibi succulenti. E’ trovare un posto a tavola nell’attesa dell’ospite che è sempre sacro.
Quante volte, afflitti e ripiegati su noi stessi, ci siamo chiesti dove è la felicità? La felicità la troviamo a casa nostra; una felicità da contagiare per ritrovare l’entusiasmo del dono, senza aspettarsi il contraccambio.
Betania è ‘accoglienza’: bisogna accogliere l’altro non solo nella propria casa, ma anche nella propria vita.
Betania è ‘casa con le finestre aperte’ per guardare il cielo restando a la tavola, imbandita di pane e vino.
Se vuoi approfondire.
Betania è una località della Giudea citata più volte nei Vangeli. È il luogo in cui abitava Lazzaro ‒ che fu risuscitato da Gesù (Giovanni 11,1-46) ‒ insieme alle sue sorelle Marta e Maria. Gesù vi passò in almeno altre due occasioni (Matteo 26,6-13 , Matteo 21,17, Marco 14,3-9, Luca 10,38-42, Giovanni 12,1-8), inoltre secondo l’evangelista Luca (Luca 24,50-53) sarebbe il luogo dell’Ascensione di Gesù, avvenuta al termine dei 40 giorni dopo la Crocifissione (Atti degli Apostoli 1,3-11).
Per i bambini: fate il pane di casa.
Fatevi aiutare dalla mamma e dal papà ( o dai nonni e/o fratelli maggiori) a fare il pane di casa.
Ecco gli ingredienti: farina, lievito, acqua e sale; impastare, lasciare lievitare (fino a quando non si raddoppia di volume), fare le forme e infornare. Poi mangiarlo insieme e condividerlo con i compagni. Del resta la parola compagno significa appunto: condividere il pane (cum panis)