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Siamo chiamati a testimoniare Cristo, con integrità e senza violenza

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 26/09/22
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Gesù è vicino al compimento della Sua missione, i discepoli lo seguono ormai da tre anni: Giovanni e Giacomo sono, insieme a Pietro, quelli che lo hanno visto trasfigurarsi. Eppure ancora non hanno fatto proprio il modo di giudicare e di agire di Cristo. E noi, come testimoniamo la nostra fede nel Signore?

Vangelo di Martedì 27 Settembre

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse
decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si
incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per
lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando
videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda
un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono
verso un altro villaggio.

(Luca 9,51-56)

Dovrebbe impressionarci la violenza inaspettata che emerge dai discorsi di Giacomo e
Giovanni quando con Gesù si vedono rifiutati da un villaggio di Samaritani:

Come possono un uomo equilibrato come Giacomo e un contemplativo come Giovanni affermare una cosa tanto estrema?

Credo che il Vangelo ci riporti tutto questo per aiutarci a capire che, per quanto le nostre esperienze di fede possano essere profonde e serie, non siamo mai al sicuro da letture e atteggiamenti religiosi integralisti e violenti.

Quando un cristiano, anche se mosso da convinzioni religiose, sceglie la via della violenza in tutte le sue forme (verbale, scritta, fisica) deve ricordarsi che questo non solo è sbagliato ed è una totale contro testimonianza rispetto al vangelo, ma deve potersi sentire addosso la stessa reazione che Gesù riserva a Giacomo e Giovanni: “Ma Gesù si voltò e li rimproverò”.

 Oggi il Vangelo ci interroga sull’atteggiamento con cui crediamo. Troppe volte per zelo religioso scegliamo linguaggi violenti sui social, o diamo risposte carichi di rancore a chi ci contesta, o in alcuni casi trasformiamo la croce di Cristo in un'arma da scagliare contro qualcuno. Gesù non era così e ci chiede di non essere così.

Siamo chiamati ad essere credenti non crociati.

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