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Parole per il Sinodo. Continuiamo a camminare insieme.

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 23/09/22
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Una riflessione di don Fortunato Di Noto alla luce dei ‘Cantieri di Betania’e del Vademecum.

Il cammino sinodale delle Chiese in Italia1 continua nella sua fase narrativa dedicata all’ascolto del Popolo di Dio con il proposito di arrivare ai lontani e “intende coinvolgere anche coloro che ne sono finora restati ai margini”.

Un dono per la Chiesa

Questi anni (2021-2022) sono stati un dono che deve essere sempre restituito e condiviso per generare nuove cose e nuova vita.

L’impegno è stato tanto, anche se con tratti faticoso e con interruzioni a causa del Covid-19; comunque si è cercato di coinvolgere, con creatività evangelica e pastorale, ogni persona incontrata. Ogni incontro è ricchezza, anche nel giudizio provocante e giusto.

L’impegno creativo non è mancato; sacerdoti, diaconi, laici, hanno messo in campo, conoscendo i territori e le istanze del popolo, una serie di iniziative e e i risultati e le proposte sono state raccolte come testimonianza e ‘stile sinodale’.

Si è molto utilizzata il metodo della ‘catechetica in briciole’ (Beato Giovanni Paolo I); come arrivare alla vecchietta? ai bambini, a coloro che da decenni non entrano in chiesa, a chi non ha mai ascoltato la Parola di Dio e a chi è indifferente e profondamente lontano?

Ecco le ‘parole del Sinodo”. Questo esperimento, che si aggiunge alle già innumerevoli proposte, sono state raccolte, da chi vi scrive, in: “Camminiamo insieme con gli acquerelli in tasca. Il sinodo in parole e versi” (2021)2, e Lasciamo che i bambini camminino insieme a noi. Il Sinodo dei bambini (ad experimentum) i prediletti del Signore. Prefazione Card. Mario Grech, Segretario del Sinodo, (2022)3.

Continuiamo a proporre queste ‘parole del Sinodo’ con l’auspicio di fare un umile e semplice servizio e arrivare a tanti. Ogni settimana, una parola del Sinodo per una nuova esperienza di Chiesa.

Dio è sempre all’opera. Il cantiere e i kanthélios (l’asino).

Dio è all’opera – in cantiere - fino ad oggi e Gesù non si è stancato mai di ‘operare’ nella vita di ogni uomo per salvarlo dal peccato e donargli la vita nuova/eterna. La Chiesa è questo cantiere aperto e in uscita.

Un cantiere sempre aperto e in piena attività ‘lavorativa’ con i suoi cantherius (dal greco kanthélios ‘asino’) che con il suo silenzioso servizio, umile, faticoso e impegnativo è sempre in missione nell’annunciare le liete e belle notizie, il Vangelo ad ogni creatura. Il cantiere ha bisogno di ‘asini’, e non offendetevi per questo appellativo!

L'asino è capace di 'vedere' i segni di Dio e di opporsi all'uomo ottuso che non comprende la parola di Dio (cfr. Nm 22,23-35)

L'asino nella Bibbia è animale da carico, simbolo di lavoro, di disponibilità (Gen 42,27; 44,13; 23,4-5; Dt 22,10; Gs 15,18; Gdc 1,14; 1Sam 25,18.20.23; 2Sam 17, 23; Lc 10,34). Fa girare le macine dei mulini (cfr. Is 30,24) e in Egitto le ruote dei pozzi.

L'asino è anche una figura sapienziale, perché riconosce la volontà di Dio prima ancora dell'uomo che si ritiene veggente.

Tre ragioni spingono Gesù a scegliere l’asina per il suo ingresso regale: l’asina è docile, sopporta, si lascia caricare. (cfr. Esortazione per la domenica delle Palme di San Francesco di Sales (20 marzo 1622) nn. 22-35.)

Possa Gesù sceglierci per lavorare in questo cantiere e poi entrare, con Lui, nelle città, nelle case, nel ‘terreno sacro delle persone”.

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