Il cammino sinodale delle Chiese in Italia1 continua nella sua fase narrativa dedicata all’ascolto del Popolo di Dio con il proposito di arrivare ai lontani e “intende coinvolgere anche coloro che ne sono finora restati ai margini”.
Un dono per la Chiesa
Questi anni (2021-2022) sono stati un dono che deve essere sempre restituito e condiviso per generare nuove cose e nuova vita.
L’impegno è stato tanto, anche se con tratti faticoso e con interruzioni a causa del Covid-19; comunque si è cercato di coinvolgere, con creatività evangelica e pastorale, ogni persona incontrata. Ogni incontro è ricchezza, anche nel giudizio provocante e giusto.
L’impegno creativo non è mancato; sacerdoti, diaconi, laici, hanno messo in campo, conoscendo i territori e le istanze del popolo, una serie di iniziative e e i risultati e le proposte sono state raccolte come testimonianza e ‘stile sinodale’.
Si è molto utilizzata il metodo della ‘catechetica in briciole’ (Beato Giovanni Paolo I); come arrivare alla vecchietta? ai bambini, a coloro che da decenni non entrano in chiesa, a chi non ha mai ascoltato la Parola di Dio e a chi è indifferente e profondamente lontano?
Ecco le ‘parole del Sinodo”. Questo esperimento, che si aggiunge alle già innumerevoli proposte, sono state raccolte, da chi vi scrive, in: “Camminiamo insieme con gli acquerelli in tasca. Il sinodo in parole e versi” (2021)2, e Lasciamo che i bambini camminino insieme a noi. Il Sinodo dei bambini (ad experimentum) i prediletti del Signore. Prefazione Card. Mario Grech, Segretario del Sinodo, (2022)3.
Continuiamo a proporre queste ‘parole del Sinodo’ con l’auspicio di fare un umile e semplice servizio e arrivare a tanti. Ogni settimana, una parola del Sinodo per una nuova esperienza di Chiesa.
Dio è sempre all’opera. Il cantiere e i kanthélios (l’asino).
Dio è all’opera – in cantiere - fino ad oggi e Gesù non si è stancato mai di ‘operare’ nella vita di ogni uomo per salvarlo dal peccato e donargli la vita nuova/eterna. La Chiesa è questo cantiere aperto e in uscita.
Un cantiere sempre aperto e in piena attività ‘lavorativa’ con i suoi cantherius (dal greco kanthélios ‘asino’) che con il suo silenzioso servizio, umile, faticoso e impegnativo è sempre in missione nell’annunciare le liete e belle notizie, il Vangelo ad ogni creatura. Il cantiere ha bisogno di ‘asini’, e non offendetevi per questo appellativo!
L'asino è capace di 'vedere' i segni di Dio e di opporsi all'uomo ottuso che non comprende la parola di Dio (cfr. Nm 22,23-35)
L'asino nella Bibbia è animale da carico, simbolo di lavoro, di disponibilità (Gen 42,27; 44,13; 23,4-5; Dt 22,10; Gs 15,18; Gdc 1,14; 1Sam 25,18.20.23; 2Sam 17, 23; Lc 10,34). Fa girare le macine dei mulini (cfr. Is 30,24) e in Egitto le ruote dei pozzi.
L'asino è anche una figura sapienziale, perché riconosce la volontà di Dio prima ancora dell'uomo che si ritiene veggente.
Tre ragioni spingono Gesù a scegliere l’asina per il suo ingresso regale: l’asina è docile, sopporta, si lascia caricare. (cfr. Esortazione per la domenica delle Palme di San Francesco di Sales (20 marzo 1622) nn. 22-35.)
Possa Gesù sceglierci per lavorare in questo cantiere e poi entrare, con Lui, nelle città, nelle case, nel ‘terreno sacro delle persone”.
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