Le immagini più angosciose del pellegrinaggio che il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco, ha compiuto in questi giorni in Ucraina, sono giunte dalla città di Izjum.
Il “cimitero nel bosco”
A raccontarlo è lo stesso Krajewski, che è anche prefetto del Dicastero per il servizio della carità. Ecco le sue parole: “Di mattina presto, con il vescovo di Kharkiv siamo andati a Izjum. Questa è una zona appena lasciata dai russi, a 150 km da Kharkiv, dove c'è un grande cimitero in un bosco, scoperto da poco”.
Il cardinale e le fosse comuni
“Abbiamo assistito - prosegue il ‘cardinale del Papa’, così ormai lo chiamano in Ucraina - ad una ‘celebrazione’, dove 50 uomini, giovani, poliziotti, vigili del fuoco e soldati, vestiti delle tute bianche, scavavano e riesumavano dalle fosse spesso comuni, le salme dei poveri ucraini uccisi. Qualcuno addirittura 3-4 mesi fa, qualcun altro appena sepolto lì”.
“Tiravano fuori le salme in modo delicato”
In Ucraina “c’è una guerra", sottolinea commosso Krajewski, che "non conosce la pietà. Quindi ci sono anche i morti. Certo che vedere così tanti morti in una zona è una cosa difficile da raccontare e da spiegare. Ma c'è una cosa che mi ha toccato più di tutte. Questi giovani ucraini tiravano fuori le salme in modo così delicato, così silenzioso, totalmente silenzioso, sembrava una celebrazione, nessuno parlava eppure erano in tanti. Tutti in silenzio con un rispetto incredibile per il mistero della morte. Veramente c'è tanto da imparare da questi ragazzi” (Portale della diocesi di Lecce).
Il Papa: Krajewski mi ha raccontato delle torture
Al termine dell’udienza generale del 21 settembre in Piazza San Pietro, prima dei saluti in lingua italiana, Papa Francesco ha rivolto ancora una volta il pensiero alla “martoriata Ucraina”. “Vorrei fare presente una terribile situazione della martoriata Ucraina, dove il card. Krajewski è andato lì per la quarta volta - ha detto a braccio Francesco -. Mi ha telefonato e sta prendendo tempo, lì, aiutando nella zona di Odessa e nelle vicinanze. Mi ha raccontato il dolore di questo popolo, le malvagità, le mostruosità, i cadaveri torturati che trovano. Uniamoci a questo popolo così nobile e martire”, l’esortazione del Papa (Agensir, 21 settembre).