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Caro bollette in chiesa, comunità e ospedali: si va verso tagli drastici

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/09/22
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Campanili spenti, meno messe, terapie e servizio a rischio: le realtà produttive nell’ambito del sociale sono in ginocchio. Ecco quanto sono aumentate le loro bollette

Caro bollette: Chiesa e diocesi sono in ginocchio. Persino la parrocchia di San Pietro in Vaticano lo teme, ma sa di poter contare di una serie di "collaborazioni" che eviteranno problemi alla basilica vaticana: lo ha detto il parroco di San Pietro, don Agnello Stoia, parlando in una conferenza stampa in Vaticano (La Repubblica, 20 settembre).

Si celebreranno meno messe?

L’obiettivo primario della Chiesa italiana sul caro bollette è quello di non tagliare le celebrazioni, per quanto possa essere proprio questa, una delle soluzioni più probabili per riuscire a risparmiare. Difatti c’è già chi ha deciso di celebrare meno messe, anche se la maggior parte delle parrocchie vuole garantire ai fedeli la possibilità di seguire le funzioni. E per questo si punta ad altri sistemi.

Le foto su Facebook delle bollette in parrocchia

Per esempio c’è chi lancia un allarme sul web, pubblicando le foto delle bollette, nella speranza di ricevere qualche aiuto. E’ il caso, per esempio, del parroco di San Vincenzo ad Atessa, in provincia di Cheti, che ha pubblicato l'assurda bolletta della sua chiesa. Ma anche di Francesco Riccio, parroco di San Pio X di Giugliano, diocesi d’Aversa, che su Facebook mostra come la bolletta di luglio abbia superato i mille euro.

Il campanile spento

O chi, invece, punta sulla riduzione delle illuminazioni per risparmiare sulla bolletta della chiesa. È quanto fatto a San Vero Milis, Oristano, dove si è deciso di spegnere il campanile di Santa Sofia. Siamo stati “costretti a spegnere le luci dell’orologio e delle campane”, dicono dalla parrocchia.

Le ipotesi (drastiche) delle diocesi di Ravenna e Ferrara

La diocesi di Ravenna sta pensando a una soluzione più drastica contro il caro bollette: ridurre il numero delle messe giornaliere o svolgere le funzioni in una cappella più piccola e che quindi richiede meno riscaldamento. Allo stesso tempo l’invito rivolto ai fedeli è quello di andare in chiesa indossando giacche e maglioni per risparmiare sui riscaldamenti. A Ferrara, invece, non ci saranno limitazioni alle celebrazioni. Ma il rischio è che i riscaldamenti siano spenti o a temperature meno elevate (Money, 19 settembre).

Uffici diocesani con pannelli solari 

A Roma il Vicariato sta aiutando le parrocchie a sostituire le vecchie caldaie. Mentre a Palmi (Reggio Calabria) sono stati da poco inaugurati nuovi uffici diocesani dotati di pannelli solari. Fonti della diocesi di Roma spiegano anche che sono stati istituiti dei tavoli per "dialogare con i gestori" considerato che nelle parrocchie tutte le attività sono basate sul volontariato e la gratuità (Quotidiano.net, 18 settembre). 

Le rassicurazioni del vescovo

"Saremo attenti, forse riscalderemo i locali per periodi più contenuti, ma non prevediamo nessuna limitazione delle celebrazioni", dice all’Ansa (7 settembre) monsignor Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara, nei giorni scorsi contestato per l'accorpamento di alcune parrocchie.

Il caso San Patrignano

Non solo la Chiesa è in ginocchio per il caro bollette. Anche San Patrignano, la nota comunità di recupero per tossicodipendenti, rischia di dover chiudere interi settori a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi di energia e materie prime legato alla situazione internazionale. Rispetto all’anno scorso, l’aumento del gas è stato dieci volte maggiore, quando i costi si erano attestati sui 70mila euro.

225 dipendenti e collaboratori 

In questo momento San Patrignano accoglie gratuitamente circa settecento ragazzi e ragazze con problemi di dipendenze. Inoltre operano nell’ambito della comunità circa duecentoventicinque dipendenti, collaboratori e volontari (Agi, 19 settembre).

Bollette esplosive negli ospedali di Napoli

Bollette milionarie per Asl e ospedali, costi alle stelle anche per l’ospedale "Cardarelli" a Napoli, la principale azienda ospedaliera del Sud Italia. Qui, da stime proiettate su base annua, dal 2021 al 2022 si passa da 5,3 a 11 milioni, solo per l'energia elettrica mentre per il gas la spesa cresce di oltre un milione passando da 1,3 milioni impiegati nel 2021 a 2,5 alla fine del 2022.

“Non possiamo fermare le sale operatorie”

Pesa il caro energia sui bilanci di chi assiste malati e produce salute. A lanciare l'allarme è il manager del Cardarelli Antonio D'Amore che, come anticipato dal Mattino a fine agosto - sconterà il salasso peggiore. «Non possiamo certo fermare le sale operatorie - aggiunge D'Amore - abbiamo una trentina di sale che lavorano a pieno ritmo giorno e notte, così le unità di rianimazione, il pronto soccorso, le aree di ricovero. Mica possiamo tenere spente le apparecchiature di Risonanza magnetica o le gamma camera. I consumi sono altissimi e qualunque intervento di programmazione per attrezzarci con pannelli solari e altre soluzioni in grado di incidere sui consumi richiedono tempo. Questo è un problema che avranno tutte le azienda sanitarie del Paese da affrontare, insieme alle altre emergenze che si profilano all'orizzonte soprattutto in sede di governo centrale. I bilanci di Asl e ospedali devono chiudere in pareggio ma con questi costi è impossibile».

Gli aumenti negli altri ospedali di Napoli

Ma tutte le aziende ospedaliere in questi giorni stanno facendo i conti: la Vanvitelli ha speso, nel 2021, 1.046 milioni per l'energia elettrica e 1,117 per il gas, il Santobono passerà dai 171mila euro del 2021 a 420mila nel 2022 per il gas e dovrà spendere 760mila euro in più per l'elettricità (da 1,040 milioni a 1,8 milioni). 

La Asl Napoli 1 su base semestrale ha previsto un'impennata del 72,19 per cento per la sola energia elettrica. In soldoni da poco più di 5 milioni spesi nel 2021 si arriva a 8,6 stimati solo sui primi sei mesi dell'anno (Il Mattino 19 settembre). 

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