Per Arek, 35 anni, dirigente dell’industria areonautica e separato dalla moglie, non c’è dubbio: è per intercessione di Maria che è stato guarito dalla dipendenza da pornografia e masturbazione. Da 10 anni Arek è astinente, anche se, come dice egli stesso, «non è un santo ma un peccatore che ha costantemente bisogno dell’amore di Dio».
Come ha potuto guarire dalla sua dipendenza? E qual è stato il ruolo di Maria in questa liberazione? Glie lo chiediamo.
Jaroslaw Kumor: Da dove veniva la sua dipendenza da pornografia e masturbazione?
Arek: Da bambino ho spesso sentito mia madre dire di «non aver avuto il tempo di mettermi al mondo». Certo, era stato un periodo difficile per lei: lavorava molto. Quando avevo due anni e mezzo i miei genitori hanno divorziato. Un anno dopo, mio nonno è venuto a stare con noi. L’ambiente era molto duro per me, perché mia madre era e ancora resta una persona violenta. Mi ripeteva: «Sei uno zero», «mi pento di averti messo al mondo». E così ho fatto esperienza del rigetto e dei motteggi. Cercavo allora una valvola di sfogo. Una di queste era la pornografia. Le origini di questa dipendenza risalgono per me a quando avevo 6 anni: nella chiusura in cui vivevo, non ne parlavo che durante la confessione. In adolescenza, ero così immerso nella cosa che più volte avrei voluto parlarne coi miei genitori, ma avevo paura che si facessero beffe di me e che mi mancassero di rispetto.
Ho cercato di combattere la mia dipendenza, ma ne ero completamente superato. Alle volte riuscivo a “resistere” una mezza giornata. Certe volte ci riuscivo per più tempo, anche tre o quattro mesi. I tentativi infruttuosi di liberarmene sono stati numerosi. A ogni ricaduta era più dura tornare a toccare il fondo.
J. K.: Fino al giorno in cui Maria si è manifestata nella sua vita. Che cosa è accaduto?
A.: Maria è stata presente nella mia vita fin dal principio. Vivendo i miei primi anni ho spesso sentito dire che ero stato votato alla Madonna fin dalla nascita: avevo rischiato di morire, e allora mi affidarono alla Vergine chiedendole che io sopravvivessi. Poco tempo dopo, il mio stato di salute ha preso a migliorare. Per anni non ho prestato molta attenzione alla Madre di Cristo. È stato solo al mio scorso compleanno che mi sono reso conto di come la mia data di nascita coincida con una festa mariana.
J. K.: E tuttavia, l’intercessione di Maria dopo la sua nascita non è stata l’unico momento in cui Lei ha fatto sentire la propria presenza nella sua vita…
A.: La mia guarigione è legata a Maria. Ha avuto luogo per via di un pellegrinaggio a Częstochowa. All’epoca, ero immerso in una dipendenza attiva da pornografia e masturbazione. Eppure ogni pellegrinaggio mi permetteva di vivere dieci giorni nella purezza e nella libertà interiore. Erano momenti meravigliosi. Con la massima naturalezza, associavo questo stato a Maria. Mettendomi sotto al suo manto durante il cammino, vivevo qualcosa di bello. Solo che poi, nel 2012, avendo subito una grave ferita, non ho potuto riprendere il mio cammino di pellegrino. Ho dunque deciso di recarmi in visita ai miei amici pellegrini che andavano a Częstochowa.
Era l’8 agosto 2012. Me ne ricordo benissimo. Durante la preghiera comune, ho sentito un calore molto potente, come se qualcosa mi illuminasse dal di dentro. Ho sentito una voce nel mio cuore. Era la più bella voce femminile che avessi mai sentito. Diceva: «A partire da ora non ti masturberai più e non guarderai più pornografia». È stata un’esperienza incredibile, piena di tenerezza e di protezione materna. Quel che ho sentito era quasi palpabile, tanto era concreto. Non avevo mai vissuto una simile esperienza, prima. Era inimmaginabile, per me. In seguito non ho più avvertito dipendenza.
Da allora posso accendere un computer senza avere voglia di visitare un sito porno: non sento questa pulsione. Direi anzi che accade piuttosto il contrario: quando vedo contenuti di quel tipo, li evito. Sono cosciente di come questa sia una grazia che può essere sprecata, e che non posso permettermi di farlo. La mia guarigione prosegue ancora oggi: mi richiama a Maria quando sono tentato di dimenticarla, e mi dà un sentimento di gratitudine e di amore. Maria ha interceduto per me. Ha un posto inamovibile nel mio cuore.
J. K.: Il fatto che la dipendenza sia cessata significa che la sua sessualità è diventata normale dall’oggi al domani?
A.: Certo che no. Le conseguenze mentali o fisiche della dipendenza sono rimaste: le tentazioni sono sempre lì in agguato. Non sento però più in me il rischio di cedere. La presa di coscienza e il dominio di me sono apparsi, ma l’inclinazione a guardare una donna con concupiscenza è rimasta, ad esempio.
J. K.: Secondo lei, perché Dio attraverso Maria l’ha liberata dalla sua dipendenza?
A.: Senza questa grazia, penso che vivrei gravi drammi nella mia vita. Non so perché Dio abbia agito così. Lo scoprirò forse poco dopo la mia morte. D’altro canto, il grande vantaggio della mia guarigione è anche la comprensione e il sostegno nella preghiera che posso offrire ad altre persone dipendenti. Quando sento qualcuno dirmi che lotta contro un problema di questo tipo, il desiderio di pregare per lui e di sostenerlo s’innesca automaticamente in me.
J. K.: Perché pensa di aver ricevuto l’aiuto di Maria?
A.: Ho riflettuto seriamente su questo. Non ho avuto una madre dolce e amorevole. C’era in me il bisogno di una figura simile. La migliore conferma di quel che dico sono le lacrime che mi vengono agli occhi, e la voce che si fa malferma mentre glie ne parlo… Ecco, è l’unica spiegazione che mi viene in mente. Per questo affido a Maria tutti quelli che vivono una simile dipendenza: è la figura centrale della mia esperienza di castità, della dolcezza e tenerezza materne.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]