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Padre Pio si definiva una “vittima d’amore”. Ma in che senso?  

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 16/09/22
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“La vittima, per dirsi tale, bisogna che perda tutto il suo sangue”

“Vittima d’amore”: è un sentimento che avvertiva Padre Pio. Un sentimento infuocato, passionale, acceso. Ma non rivolto ad una donna. Ne ha parlato in più occasioni con il suo confessore e i figli spirituali. 

Spiegano il significato di questa sua espressione Claudio Circelli e Marcello Stanzione nel libro “San Pio come Cristo” (Mimep Docete).

Un amore impetuoso

Per Padre Pio, l’amore per i fratelli scaturisce con tale impetuosità, il desiderio di consumarsi d’amore per loro è così superlativo, che il Santo prorompe spesso in esclamazioni del tipo: «Oh, che bella cosa divenire vittima d’amore!».

Le ultime parole di Gesù morente

Lo spiegò lui stesso in una lettera che inviò al suo direttore spirituale, padre Agostino, il 5 novembre 1912. La vittima è chi, soffrendo per gli altri, non chiede alcun conforto per sé, fino a giungere allo stato del «consummatum est», ultime parole di Gesù morente.

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La confessione a Padre Agostino

Su questa stessa linea lo seguirà il suo direttore padre Agostino, e non solo lui. «Non vi dissi che Gesù vuole che io soffra senza alcun conforto? Non mi ha chiesto egli, forse, ed eletto per una delle sue vittime? Ed il dolcissimo Gesù mi ha fatto comprendere purtroppo tutto il significato di vittima. Bisogna, babbo caro, giungere al consummatum est ed all’in manus tuas».

“Tutto il suo sangue”

Specifica il 18 aprile dello stesso mese che la vittima, per dirsi tale, deve giungere a versare tutto il proprio sangue: «Gesù, la sua diletta Madre, l’Angiolino con gli altri mi vanno incoraggiando, non tralasciando di ripetermi che la vittima, per dirsi tale, bisogna che perda tutto il suo sangue. Combattere coll’aver al fianco un sì tenero padre è dolce e consolante».

A Margherita Tresca

Su questa stessa linea lo seguirà il suo direttore padre Agostino, e non solo lui. A Margherita Tresca, sua figlia spirituale, padre Pio chiede di offrirsi vittima per i fratelli peccatori e di votare tutta la sua vita a questo scopo. 

“Immolata vittima per essi”

Così descrive invece lo stato di vittima a Maria Gargani: «E tu che per amore dei fratelli ti sei immolata vittima per essi, non hai altro diritto di affacciare dinnanzi all’Altissimo all’infuori della gloria di Dio, della propria santificazione e della salvezza dei fratelli».

PADRE PIO

Soffrire per “salvare”

Soffrire per la salvezza delle anime è un ritornello che si ripete instancabilmente nella vita di Padre Pio. Non si tratta di un soffrire lieve, di un sentimento di compassione superficiale, ma di una profonda compenetrazione nei dolori altrui.

“La tua lettere mi fece piangere”

Ecco alcuni esempi.

«Ti sono sempre più vicino e sempre più mi vado immedesimando nei tuoi dolori».

«O Angelico, fratello mio, tu soffri e ne sono ben compenetrato e questo mi fa soffrire anche a me assieme a te e non so cosa fare per alleggerirti il peso della sofferenza».

«Ciò che mi scrivi nella tua lettera mi fece piangere tanto tanto, per il solo motivo che ti sapevo tanto esasperato».

«È da ieri sera che mi ebbi la vostra e non ancora riesco a padroneggiarmi, tanto è la scossa e la ripercussione che ha prodotto in me la vostra straziante lettera». 

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