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Tra tensioni e aiuti a down e orfani: la Caritas in Kazakhstan spera nel Papa

Una preciosa niña con síndrome de Down jugando en el parque.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/09/22
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Il pontefice sarà nel Paese della ex Federazione Russa nei prossimi giorni. Il direttore della Caritas anticipa il clima che si respira e le attività dell'organizzazione a favore dei bisognosi

La piccola Caritas in Kazakhstan - il Paese che il Papa visiterà dal 13 al 15 settembre - è pronta ad accogliere Francesco e a mostrargli come sta aiutando la popolazione cattolica e non cattolica. 

La Caritas chiede un “messaggio di pace”

La Caritas confida in un forte messaggio di pace del Papa «cruciale in questo momento storico anche in questa regione». In pochi sanno che anche il Kazakhstan ha vissuto momenti difficili nel corso del 2022. L’attenzione puntata sulla guerra tra Russia e Ucraina ha oscurato le gravi tensioni accadute nel Paese che ospiterà, nei prossimi giorni, Francesco. 

Scontri e tensioni in Kazakhstan 

L'ex-presidente Nazarbayev, scrive Vatican News (8 settembre) aveva avviato un processo di privatizzazione delle ricche risorse minerarie del Paese. Ma il permanere di gravi difficoltà economiche e la concentrazione delle ricchezze nelle mani di un segmento ristretto della popolazione hanno mantenuto alta la tensione sociale in Kazakhstan. 

L’intervento delle truppe di Mosca

Tensioni che all’inizio di quest'anno sono sfociate in violente proteste scatenate dall'alto costo del carburante. Le proteste si sono risolte nel giro di pochi giorni dopo l’intervento dell’esercito e delle truppe della CSTO guidate da Mosca e la promessa di riforme.  

Dagli orfanotrofi ai malati di Aids

Tra le realtà in prima linea nell’assistenza alle fasce più povere e vulnerabili della popolazione, c'è proprio la Caritas nazionale: le sue iniziative comprendono, tra l’altro, servizi sociali in tutto il Paese; la gestione di alcuni orfanotrofi e l’assistenza ai malati Aids.

Il sostegno ai disabili

«Caritas Kazakhstan - spiega il direttore Padre Guido Trezzani - porta avanti piccoli progetti, dato che in effetti siamo un'organizzazione molto piccola. Tuttavia sono progetti imponenti nei vari campi della vita sociale della gente. Dall'educazione alla sanità, con massima attenzione a disabili e anziani». 

Il progetto per le persone con sindrome di down

Tra gli altri progetti che si stanno sviluppando, ha detto a Vatican News, «quello più significativo in questo momento è il supporto alle famiglie con persone con sindrome di Down, attività avviata nel 2014 con il supporto di un piccolo gruppo di specialisti italiani che li seguono a distanza e periodicamente si rcano nel Paese per le valutazioni dei bambini, per incontrare i genitori, formare specialisti». 

«Qui è ancora molto, molto lento l’inserimento di bambini o di giovani nel mondo della scuola e del lavoro. Noi abbiamo cominciato, diciamo, nel deserto».

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L'aiuto offerto agli ucraini "kazaki"

Trezzani si sofferma anche sulla consistente comunità ucraina che vive in Kazakhstan. «Abbiamo partecipato alla raccolta di generi alimentari, vestiti, generi di prima necessità che sono stati mandati tramite l’ambasciata ucraina. Sono stati inviati a Kiev», 

Non cattolici lavorano per la Caritas

Il direttore dell’organizzazione caritativa in Kazakhstan, precisa che il gruppo che lavora in Caritas è composito e seleziona il personale sulla base delle capacità e della motivazione, non sull'appartenenza religiosa. «È proprio una peculiarità del lavoro caritativo in generale, non solamente della Caritas: questa possibilità di incontrare tutti e di imparare da tutti e di coinvolgere tutti». 

Nell’ex Stato della Federazione Russa i cattolici sono 200mila su 18 milioni di abitanti (con 120 preti e circa 130 suore), una presenza minoritaria che si attesta a meno del 2% della popolazione. Non è un caso il supporto di persone di altre fedi per le attività della Caritas, che altrimenti avrebbero difficoltà logistiche a materiali a svolgersi. 

"Documenti del Papa e brani della Bibbia”

Trezzani fa un notare che l’avvicinamento di queste persone non cattoliche, «è interessante e curioso», perché «il fatto di essere inseriti nell'ambito di lavoro della Caritas in un modo o in un altro, poi pian piano, incominciano a leggere i documenti del Papa o alcuni brani della Bibbia per capire che cosa c'è dietro».

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