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Lo sai che sei beato proprio per quello che ti manca?

CANDLELIGHT PROCESSION AND ROSARY
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 06/09/22
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Viviamo in una cultura dove si demonizza la debolezza e si fomenta la forza. Il Vangelo di oggi ci propone una logica contraria: benedire ciò che ci manca, e stare attenti a ciò che pensiamo di avere. 

Vangelo di mercoledì 7 settembre 2022

Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

(Luca 6,20-26)

Il Vangelo di oggi ci rivela una verità che non dobbiamo mai dimenticare: si è beati per ciò che ci manca, e si è nei guai per ciò che si ha.

Detto così è poco comprensibile, ma se lo portiamo esistenzialmente nella nostra vita ci accorgiamo della verità di questa affermazione.

Infatti quando sperimentiamo una mancanza il nostro atteggiamento è completamente umile, spalancato verso l’esterno, ricettivo. Siamo come quegli uccellini che tengono il becco spalancato in attesa che la madre dia loro da mangiare.

La relazione è sempre apertura, e tutte le volte che sperimentiamo una mancanza essa ci spinge ad aprirci per accogliere ciò che non abbiamo. Mentre quando siamo sazi tutta la nostra attenzione è su noi stessi, sul nostro io.

Siamo come quei bambini che quando hanno ottenuto il giocattolo che desideravano si chiudono al mondo intorno a loro per concentrarsi solo sul loro gioco.

L’autoreferenzialità è un guaio che il mondo contemporaneo vende invece come un affare. Infatti viviamo in una cultura dove si demonizza la debolezza e si fomenta la forza.

Viviamo in un mondo che ci dice che è sbagliato aprirsi e si è liberi solo quando non si ha bisogno di nessuno. Il Vangelo ci propone una logica contraria: benedire ciò che ci manca, e stare attenti a ciò che pensiamo di avere. 

#dalvangelodioggi

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