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A Roma apre il “Centro don Pietro Sigurani” per i poveri

Don Pietro Sigurani il parroco dei poveri romani
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Lucandrea Massaro - pubblicato il 01/09/22
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Accoglierà 50 persone con servizi di lavanderia e doccia. Riapre oggi anche la mensa che ogni giorno ospita un centinaio di persone

Con un comunicato l'associazione "Né oro, né argento" fondata dal compianto don Pietro Sigurani fa sapere - a due mesi dal ritorno alla casa del Padre del sacerdote - che da oggi, giovedì 1 settembre, riaprono i servizi da lui fondati per i suoi amici “ultimi”. Da oggi, il centro sarà idealmente intitolato a lui e si trova a Roma in via di Panico 12 ed è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 15 e il sabato dalle 8 alle 13.

Servire i poveri

Diversi i servizi alla persona a disposizione nei locali del Centro tra cui: colazione, lavanderia, asciugatura e docce.
Contemporaneamente riapre il servizio Mensa di Via Monterone 85 aperto dalle 11.30 alle 14 dal lunedì al sabato.

“Non ci sarà più lui, con la sua faccia da nonno amorevole – spiega Samuele, presidente dell’associazione -  che ti accoglie con una carezza o uno schiaffetto amichevole per dirti che dovresti cambiare vita ma che comunque ti vuole bene lo stesso”.
“Ci sono – aggiunge - però i tanti volontari e volontarie che lo hanno accompagnato in questa missione, con volti sorridenti che, nonostante l’amarezza per la scomparsa, continuano ad accogliere dal lunedì al sabato sia nella mensa di via Monterone che nel centro di accoglienza di via di Panico i tanti amici poveri”.

“Continuiamo – continua Samuele - anche se è difficile, soprattutto perché con la crisi economica le famiglie in difficoltà aumenteranno ancora di più, seguendo i due insegnamenti che don Pietro ci ha lasciato: il primo, che la carità si fa con la carità, senza contributi pubblici ma solo con le offerte di chi sa di aver ricevuto tanto dal Signore e capisce che la vera felicità si raggiunge solo condividendo con gli altri; il secondo, aiutare tutti, nessuno escluso, nel soddisfare sia bisogni primari e fisiologici come il cibo, le docce e il vestiario, ma anche e soprattutto bisogni sociali e spirituali, con l’ascolto, l’accoglienza e l’amicizia”.

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