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Nel suo podcast, un sacerdote mette in guardia contro la tentazione teocratica – In Ucraina, un vescovo racconta la sua missione nel pieno caos – & altro…

CARDINAL LUSTIGER
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i.Media per Aleteia - pubblicato il 31/08/22
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Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

1. Nel suo podcast di successo, un sacerdote mette in guardia contro la tentazione teocratica

2. A quindici anni dalla morte del cardinale Lustiger, un cenno da parte di Papa Francesco?

3- In Ucraina, un vescovo racconta la sua missione di sacerdote nel caos totale

1. Nel suo podcast di successo, un sacerdote mette in guardia contro la tentazione teocratica

Il podcast "La Bibbia in un anno” di Father Mike, il sacerdote cattolico Mike Schmitz, ha riscosso enorme successo sulla piattaforma di Apple. Il programma, lanciato a gennaio 2021, è stato scaricato in totale 350 milioni di volte, ovvero 750.000 volte al giorno. "La sua popolarità è facile da capire: lo show si svolge senza intoppi", scrive il New York Times, notando che ogni episodio, della durata di 20-25 minuti, comprende due o tre letture bibliche e una breve meditazione di padre Mike. Il sacerdote 47enne, direttore della pastorale giovanile nella diocesi di Duluth, nel Minnesota, è diventato una celebrità con sua grande sorpresa. Di fronte all’allontanamento di molti giovani dalla fede cattolica, padre Mike invita a interrogarsi: "Lasciamo che ci pongano le domande che si fanno? Ci coinvolgiamo con la loro vita e cerchiamo di offrire ciò che la Chiesa cattolica e il cristianesimo hanno da donare?". Sottolineando "il valore intrinseco di ogni vita umana", il sacerdote invita ad aiutare concretamente le madri in difficoltà e i loro figli piuttosto che lottare solo sul piano della legislazione sull'aborto. Contrario a qualsiasi logica teocratica, padre Mike ritiene che "il governo del popolo da parte del popolo" significhi che "ognuno di noi ha qualcosa da dire, dalla persona profondamente religiosa all'ateo convinto e tutti coloro che si collocano tra questi estremi ". Nei suoi interventi, il presbitero non vuole imporre nulla. "Mi limito a presentare dei principi e, fidandomi delle persone, ad applicarli nel miglior modo possibile", spiega.

New York Times, inglese.

2. A quindici anni dalla morte del cardinale Lustiger, un cenno da parte di Papa Francesco?

Il 5 agosto è stato il quindicesimo anniversario della morte del cardinale Lustiger, arcivescovo di Parigi dal 1981 al 2005. Grande pastore e brillante intellettuale, proveniente da una famiglia polacca emigrata in Francia, questo grande amico di Giovanni Paolo II era ebreo perché figlio di madre ebrea, morta ad Auschwitz. "In questi tempi di scandali che si susseguono a ritmo travolgente, è solo sano e giusto ricordare figure della Chiesa cattolica, come Lustiger, che hanno lasciato un segno importante come benefattori e grandi ecclesiastici", scrive Religión Digital, che sottolinea la qualità delle omelie del cardinale francese. La croce di questo grande predicatore fu, alla fine della sua vita, il deterioramento della sua voce, che gli fece perdere l’aura di "papabile" nel conclave del 2005. "Per un uomo di parole, di sermoni e di meditazioni orali, è sorprendente che la sua grave malattia gli abbia danneggiato le corde vocali, rendendo le sue parole impercettibili. Un mistero della vita e un mistero della morte!" scrive il sito spagnolo. Il cardinale Lustiger ha tuttavia lasciato un'impronta profonda sulla vita della Chiesa, a Parigi come a Roma. L’esistenza della commissione per i rapporti con l'ebraismo all’interno del Dicastero per l'Unità dei cristiani, prevista dalla Costituzione Praedicate Evangelium promulgata da Papa Francesco, è per l'autore dell'articolo un'eredità del cardinale francese.

Religion Digital, spagnolo.

3- In Ucraina, un vescovo racconta la sua missione di sacerdote nel caos totale

Monsignor Pavlo Honcharuk è il vescovo della diocesi latina di Kharkov, città di quasi 1,7 milioni di abitanti situata a 20 chilometri dalla linea del fronte. In un’intervista ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, il vescovo fa il punto sulla tragica situazione degli abitanti della sua regione, raccontando in particolare la vita quotidiana delle famiglie divise dalla guerra. “Ho incontrato un soldato che può vedere la sua casa attraverso il binocolo dalla sua posizione in prima linea. Sua moglie e i due figli sono rimasti nei territori occupati. Ogni giorno può vedere da lontano moglie e figli, ma non ha contatti con loro”, spiega. Nel caos, il presule sottolinea che la guerra «ha rivelato il profondo desiderio di Dio nelle persone», e cita un esempio: “In ospedale ho fatto visita a una coppia sposata che viveva insieme da sessant'anni. Abbiamo pregato insieme, poi il marito ha commentato che era stata la prima preghiera della sua vita e che lo aveva riempito di gioia. Tre giorni dopo, ho scoperto che era morto. Sua moglie mi ha detto che in tutti quegli anni non l'aveva mai visto così felice. Sono stato molto grato. Suo marito non è stato mai credente, ma tre giorni prima della morte ha trovato Dio”.

ACS, italiano. 

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