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Telefono azzurro: l’agenda politica metta al centro bambini e adolescenti

BAMBINO, CORDA, GIOCO
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Annalisa Teggi - pubblicato il 29/08/22
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Telefono Azzurro propone un 'Manifesto per l'infanzia e l'adolescenza', per mettere al centro di questa campagna elettorale un decalogo di azioni necessarie a cui la politica è chiamata a rispondere.

Tutelare i bambini nel mondo reale e virtuale, un'urgenza

La campagna elettorale scalpita, procede a passo sostenuto verso il traguardo del 25 settembre. E da ogni schieramento si batte tantissimo sul tasto dell'energia, vera urgenza dell'autunno alle porte. Eppure c'è un'altra energia da cui dipende, molto più del gas, il presente e il futuro della nostra vita. Lo sa bene Telefono azzurro che da 35 anni ascolta la voce dei bambini e dei ragazzi.

Sono loro la vera fonte rinnovabile dell'anima nostro paese, e sono un capitolo un po' troppo taciuto nei battibecchi elettorali. I giovani si conquistano titoli sul malessere e titoloni di cronaca nera se il loro disagio sfocia in tragedia.

Per questo Telefono azzurro ha stilato un manifesto in 10 punti per chiedere ai politici una call to action, un impegno concreto per dare il dovuto spazio politico - cioè un posto di preminenza nella cosa pubblica - alla voce dei nostri figli, soprattutto a quelli fragili e a quelli che sono a rischio abusi.

Qui potete leggere il testo integrale del manifesto. Di seguito approfondiamo alcuni temi trattati nei dieci punti proposti.

Un Ministero per l'infanzia e l'adolescenza

Partendo dal fondo, dal punto 10 del manifesto di Telefono azzurro, si mette bene a fuoco la cornice della proposta complessiva.

Si parla di loro, si legifera su di loro, ma in forma di contenuti non di interlocutori. Un romanzo ancora attualissimo di Dickens, Tempi difficili, mette in scena nel primo capitolo una vera rivoluzione copernicana: un docente che tratta gli alunni come recipienti da riempire incontra una bambina che guarda il mondo con gli occhi della cura e dell'affetto. E il castello di un'educazione ideologica crolla.

L'ipotesi di creare un Ministero per l'infanzia, a dire il vero, non è una novità. Era il lontano 2006 quando la proposta fu fatta da Don Fortunato di Noto, presidente dell'Associazione Meter. Già 16 anni fa Don di Noto chiedeva anche solo la presenza di un sottosegretario come figura di riferimento politico per dare corpo a un intervento organizzato di sostegno alle vulnerabilità dell'infganzia:

A 16 anni da quell'appello, oggi, Don Fortunato lamenta un mancato lavoro in sinergia tra le associazioni che si occupano di abusi infantili. Auguriamoci che pertugi di collaborazione si spalanchino da questa nuova proposta messa sul tavolo.

Fascia protetta non è un modo di dire

DZIECI ZE SMARTFONAMI

Il tema dei social networks e della realtà virtuale sembra un universo dai confini sempre più in espansione di fronte a cui ci sentiamo disarmati. Non è (solo) così. Penso all'impegno di tanti che si spendono per rendere la rete un posto più sicuro per i nostri figli. Demonizzare non produce chissà quali frutti, adoperarsi per proteggere è una sfida possibile. Sappiamo benissimo, ad esempio, che il limite di 13 anni per entrare nei social networks è ancora facilmente aggirabile.

Sappiamo altrettanto bene che la fascia protetta è molto sguarnita di protezione, e capita di imbattersi in contenuti inappropriati - per usare un eufemismo - da ogni parte, a ogni ora. Ed è senz'altro vero che la prima forza in campo sono i genitori, come ci ha ricordato Stefania Garassini in un'intervista:

Alleata della famiglia in questo presidio, deve sentirsi la politica con mosse operative efficaci.

Abusi online, una risposta coesa

E' di poco giorni fa la notizia di una poliziotta che è riuscita a catturare un pedofilo dopo essersi finta adolescente sui social. 8 giorni per tendere una trappola che è scattata e ha portato all'arresto di un orco. Una goccia nel mare, si dirà. Eppure c'è.

L'impegno di Don Fortunato di Noto, che anche Aleteia documenta da anni, è una testimonianza viva e drammatica sul tema degli abusi infantili. Telefono azzurro ascolta da 35 anni le voci dei più piccoli che chiedono aiuto dalle loro gabbie di violenza quotidiana. E in 35 anni la voragine si è spalancata in modo vertiginoso, proprio a causa dello sviluppo tecnologico.

Su questo fronte la responsabilità della politica può avere un ruolo decisivo. Può dare sostegno reale a chi già opera nel contesto del disagio e della violenza sui bambini. E l'attuale contesto storico chiede che lo sguardo non sia rivolto solo al virtuale, ma anche alle urgenze storiche del mondo reale. Sono punti di verità che teoricamente conosciamo benissimo e a memoria, e proprio per questo vanno ribaditi e ripetuti a voce alta.

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