Vangelo di Martedì 30 Agost0
Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente.
Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.
(Luca 4,31-37)
L’annotazione che il Vangelo di Luca ci riporta credo che dovrebbe interrogarci sul perché l’insegnamento di Gesù è considerato autorevole. Forse la spiegazione più sintetica dovrebbe essere questa: Gesù crede in ciò che dice.
Molte volte invece la nostra parola, il nostro lavoro, la nostra capacità educativa non hanno nessuna autorità perché in fondo noi diciamo e propagandiamo cose di cui forse non siamo nemmeno pienamente convinti.
Laicamente dovremmo dire che parlare con autorità significa parlare facendo trasparire passione. Anche un ragazzo si accorge se il proprio insegnante insegna con passione o meno. O se il proprio genitore vive appassionatamente la propria vita o rincorre solo i problemi. Di certo la passione non la si può fingere, o c’è o non c’è.
E persino il male non rimane indifferente davanti ad essa:
Chi vive con passione rovina sempre il male che per sua natura ci spinge alla mediocrità, al compromesso, alla mera sopravvivenza.
Gesù fa tacere un male che si comporta così, e suscita l’impaurito stupore di chi si accorge che vivere con questa passione è come vivere costantemente facendo arretrare il male e le sue logiche:
Immaginiamo uno che lavora così, che parla così, che vive la propria vocazione così. La passione in ciò che facciamo è la nostra prima evangelizzazione.