Antoine, imprenditore bordolese 51enne, aveva l’impressione che la sua vita non potesse più cambiare. Single, con qualche profonda ferita affettiva all’attivo, non riusciva a vedersi né sposato né padre di famiglia. Figlio unico di genitori divorziati quando lui era adolescente, aveva inconsciamente paura di impegnarsi in una relazione amorosa. Ora con un pretesto, ora con l’altro, ogni volta fermava tutto quando sentiva che si stava innamorando:
Le propose allora di uscire con altri amici. Un poco dopo Laure gli propose a sua volta di fare un ritiro spirituale in un’abbazia che entrambi conoscevano molto bene…
Non c’è un’età ideale per sposarsi
E allora, sposarsi sul tardi è una buona o una cattiva idea? Ma poi esiste un’età ideale per sposarsi? Per Camille Rochet, psicologa e terapeuta di coppia, la risposta è negativa:
La psicologa svizzera Gisela Labouvie-Vief ha condotto uno studio presso persone sopra i 45 anni, e queste ricerche le hanno permesso di individuare otto caratteristiche: esse traducono, fra l’altro, una maggiore capacità di creare una coppia felice. Secondo lei, i quarantenni e i cinquantenni sono più capaci di conciliare dolcemente i conflitti fra i propri bisogni e quelli dei coniugi. La paura di uscire dai sentieri battuti scompare, l’esperienza di vita rende più flessibili, curiosi degli altri e più autentici. Tutti questi tratti ispirano fiducia e apportano molta serenità nella coppia. Secondo Gisela Labouvie-Vief, il potenziale di formare un matrimonio durevole viene dal fatto che tra i quaranta e i cinquant’anni l’esperienza emozionale diventa più profonda e più armoniosa. Essa permette di mostrare la propria vita interiore nella maniera più ricca, vivida, attrattiva… Non è questa una delle chiavi per una vita a due felice?
Questa forma di amore saggio, prosegue l’analista,
Tre consigli per essere pronti a impegnarsi
Certamente esistono ostacoli reali, in caso di matrimonio tardivo. Specialmente quando le due persone sono troppo radicate nella loro vita precedente, segnata da moltissima libertà. Non è sempre facile abbandonarla in favore delle responsabilità e degli obblighi famigliari. Col matrimonio, le due persone devono far avanzare le loro vite, sovente molto strutturate e cristallizzate.
In effetti, non è sempre facile cambiare lavoro per raggiungere il coniuge, o lasciare il proprio appartamento per andare in quello dell’altro. Tutt’altro che una bazzecola, per alcuni lasciare la vita di prima può risultare complicato e richiede un vero lavoro per fare bene il passaggio verso la nuova vita a due. D’altra parte, le ferite accumulate durante gli anni da single possono manifestarsi e rendere fragile la coppia.
Come ci si può allora preparare bene al matrimonio tardivo? Come mettere in ordine le proprie carte per una vita a due funzionale e feconda? Tre consigli di Camille Rochet:
1Essere pronti a rimettere tutto in discussione
Molte coppie che si sposano sul tardi si incontrano via social network, o sui siti di incontri o ancora in circoli allargati. Conseguentemente, fra i due coniugi ci sono spesso differenze di milieu, di ambiente, di cultura, che possono provocare incomprensioni, in particolare relativamente all’educazione dei bambini. È essenziale porvi attenzione, accettarle e gestire nel quotidiano. Essere pronti a rimettersi completamente in discussione per accogliere l’altro è essenziale per un matrimonio riuscito.
2Essere pronti a rinunciare ai figli
L’orologio biologico della donna è la vera questione del matrimonio tardivo. Le chances di avere figli sono minori che per le coppie giovani. Questa pressione può provocare dei blocchi (paura di non averne) e/o delle sofferenze (presa di coscienza di non poterne avere) difficili da gestire per la coppia. È importante parlarne prima del matrimonio e riflettere su una visione di coppia feconda forse in altro modo.
3Essere pronti ad accomodarsi spiritualmente
Nel matrimonio tardivo i due coniugi arrivano con ciascuno la propria storia di vita di fede. Ciascuno è cresciuto a modo proprio nella vita spirituale. Talvolta uno ha una vita di preghiera intensa e l’altro è lontano, più alla ricerca fra domande e dubbi. È importante riflettere insieme sulle differenze e vedere come accogliere il cammino dell’altro con duttilità. Per accomodarsi dolcemente e accostarsi spiritualmente rispettando la libertà interiore di ciascuno.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]