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Il rosario delle 20 su Zoom, lo stupore di una compagnia che cresce

MANO, ROSARIO, PREGHIERA
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Annalisa Teggi - pubblicato il 19/08/22
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Un piccolo gesto iniziato un anno e mezzo fa per accompagnare una ragazza con un tumore grave, oggi è un appuntamento quotidiano che ha creato una compagnia di amici che affidano i propri malati e le crisi del quotidiano a Maria.

Conosco Milena da quando ero bambina e posso garantire che non ha dei superpoteri, sebbene la sua dolcezza abbia qualcosa di celeste. La sua famiglia, insieme ad altre, fu il porto sicuro a cui approdò mia madre (e io, di conseguenza) dopo anni bui per la nostra vita domestica. Furono per noi Dio che si faceva incontrabile nei sorrisi di amici della porta accanto.

Oggi Milena e suo marito Mauro sono genitori di 3 figli ormai grandi e anche nonni di 3 nipoti. Sono una famiglia come ce ne sono tante. Questa è una frase sovversiva da scrivere. 'Come ce ne sono tante' è la sfida sommersa da far emergere: ci raccontano la famiglia come un mostro in via di estinzione, se non come una Pompei morta e sepolta da detriti. Silenziosa e operante, invece, resta la presenza di queste madri e di questi padri che stanno nella battaglia del quotidiano, docili alle sferzate del destino, grati degli sprazzi di bene che piovono di sorpresa, col fiato corto quando la realtà colpisce duro. Tutto qui. Perché tutto è davvero qui, nell'ipotesi di essere l'un l'altro compagni presenti (anche coi limiti) lungo la strada che ci porterà in Cielo.

Un rosario su Zoom

Lo scorso 15 agosto, in occasione di un pellegrinaggio che si fa nella mia zona per la festa dell'Assunta, Milena ha condiviso la testimonianza di una piccola grande esperienza che va avanti ormai da un anno e mezzo.

'Piccola' perché è un gesto quotidiano che se ne sta nascosto tra le pieghe della realtà. 'Grande' perché, nel tempo, è stato come un cuneo, qualcosa che si fa spazio dentro la famiglia, la dilata a ospitare un di più dai contorni inizialmente ignoti, eppure via via sempre più attraenti.

Tutto comincia dal mistero di una giovane ragazza che si ammala. Vi abbiamo raccontato la storia di Anna, affetta da sarcoma di Ewing, e del viaggio di fede e dolore vissuto dai suoi genitori Otello e Daniela. Milena ha deciso di accompagnare questa famiglia di amici, buttata a capofitto nei meandri di una prova tremenda, con un rosario quotidiano.

SCHERMO, VIDEO, ZOOM

Un'intuizione piccola che diventa cuneo, strumento per dilatare le anime alla presenza di un Ospite ingombrante: il mistero di Dio che vuole abitare tra noi, tra un pranzo e una cena. Rimodulare, un verbo che ci avvicina alla disponibilità di Maria. Apparentemente, recitare un rosario online ogni sera è un piccolo impegno, ma esige una fedeltà che è al tempo stesso una via di trasformazione. E' anche un lasciarsi rimodellare da Chi ha bisogno di un piccolo sì per fare grandi cose.

Fare spazio al dolore e alla gioia di tanti

Col passare delle settimane e dei mesi, il rosario serale delle 20 su Zoom è diventato un appuntamento a cui si aggiungono amici, ma anche sconosciuti. (Pur di non mancare, mia madre è riuscita a mettere in viva voce l'applicazione Zoom in auto ... una cosa davvero dell'altro mondo per lei).

E c'è chi osa chiedere: oltre ad Anna, possiamo pregare anche per quest'altra persona che sta male? Da qui il cuneo si è dilato oltre ogni ipotesi preventivata. Funziona così, nell'economia del cielo: metti un pane o un pesce - e ti sembra un nulla - e ti ritrovi tra le mani un banchetto di grazie.

Oltre ai dolori, si condividono anche le gioie delle famiglie coinvolte. Un figlio che nasce, uno che si sposa. Da un anno e mezzo esiste questa presenza nel tessuto della nostra comunità umana. E come è facile immaginare, altre storie come quella di cui è testimone Milena saranno presenti in altri contesti. Ci sono frutti che maturano solo nel nascondimento, in una presenza discreta che non vuole clamore ma solo il sussurro di una preghiera.

Dobbiamo ricordarci che Frodo è arrivato a Mordor di nascosto. Quando i titoli dei giornali urlano e gridano le grandi cascate di male e terrore della Storia, teniamo a mente la verità dell'intuizione di Tolkien fatta pronunciare dalla voce di Gandalf.

Il seme di Anna (che non muore)

C'è una grande differenza tra le parole umane e il Vangelo. Le nostre parole sono reazioni momentanee e passano. Il Vangelo è l'unica parola che, più viviamo, più - rimanendo la stessa - è in grado di ospitare il vero della realtà.

E così, tante volte abbiamo letto e meditato sul paradosso del seme che solo morendo dà frutto. E a pensarci solo in astratto fa storcere il naso, spaventa. Poi accadono fatti che sono quel seme.

Anna è morta. La voce diabolica direbbe che il rosario non è servito, è stato un tempo sprecato. Eppure, opponendo al diabolico uno sguardo seriamente realistico, oggi Milena e i suoi amici hanno questa evidenza davanti agli occhi. Un gesto cominciato per accompagnare una sola persona malata oggi è una compagnia di molte decine di persone che si sostengono reciprocamente dentro le prove della vita. C'è stata una moltiplicazione tangibile di vita, che è passata - anche - dalla morte di una splendida ragazza di 18 anni.

DANIELA, ANNA, SANGIORGI

Anna è morta prima che la realtà le permettesse di diventare madre. Eppure ha generato tanta vita e compagnia nel pezzetto di terra in cui ha vissuto. Il frutto del suo seme che non smette di moltiplicarsi lo vediamo coi nostri occhi, lo tocchiamo con le nostre mani, ha delle facce precise, tante voci dal timbro inconfondibile.

E dunque sì, il calvario di ciascuno è una prova. All'illusione di cancellarla in fretta - l'espressione suicidio assistito è un assurdo verbale - osiamo contrapporre la sfida di vivere il dolore fino in fondo, piantare le nostre lacrime a irrigare la terra secca e arida. Stare insieme a chi patisce è un atto di carità per noi, non solo per il malato. Non c'è posto migliore per far maturare la nostra anima di quello che espone la nostra pelle al bruciore, e ci fa pregare (anziché gridare di rabbia).

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