La preghiera, ed in particolare la recita del rosario: sono il “segreto” per restare veri cristiani: lo ripeteva il Sommo Pontefice san Giovanni Paolo II durante il suo pellegrinaggio a Fatima il 12 maggio del 1982.
Il nome di Maria sulle labbra
Giovanni Paolo II esordiva così: “Sono venuto come pellegrino a Fatima con il rosario in mano, con il nome di Maria sulle labbra e il cantico della Misericordia di Dio nel cuore. Volete che vi insegni il segreto per conservare la vostra eredità cristiana? È semplice, non è un segreto: pregate, pregate molto. Recitate il Rosario”.
“Ci aiuterà a conoscere Cristo”
Durante la sua visita in Inghilterra poche settimane dopo, Giovanni Paolo II aggiungeva: “E’ Maria che ci aiuterà a trovare il tempo per la preghiera. Per mezzo del rosario, questa grande santa preghiera ci aiuterà a conoscere Cristo. Noi abbiamo bisogno di vivere come lei ha vissuto, in presenza di Dio, elevando verso Dio la mente e il cuore nelle nostre giornaliere attività e preoccupazioni, che è la finalità essenziale dei gruppi”.
L’aiuto della Madonna
Il Santo Padre diceva che, se ci affidiamo a Lei, la Madre celeste ci aiuta a fare spazio per la preghiera, e inoltre la anima con la sua ispirazione. “Quando vi avvicinate a Gesù nella preghiera e attraverso di lui al Padre, troverete sempre ispirazione in Maria sua Madre. Con tutte le generazioni dei discepoli imparerete a pregare con lei e con lei attendere l’ispirazione dello Spirito Santo nella vostra vita”.
La lezione di Padre Pio
L’affermazione di Padre Pio che fa della preghiera la forma più alta di apostolato o di evangelizzazione cristiana, di fronte alla nostra generazione non troverebbe consensi unanimi.
Eppure Paolo VI afferma che: “Padre Pio per la sua preghiera viene riconosciuto l’apostolo più grande del secolo, dalle folle, dalle conversioni, dai prodigi e dall’ammirazione su scala mondiale”.
Il più grande apostolato
Si può parlare di apostolato dell’azione, dell’esempio, della parola, del dolore, delle testimonianze e di fronte a ciò l’apostolato della preghiera sembra non reggere. Ma l’oggettività delle cose ci costringe a dire che si tratta di una differenza apparente e a dare ragione a Padre Pio, quando scriveva: “Tenete per certo che questo è il più grande apostolato che un anima possa esercitare nella Chiesa di Dio. Tenetevi a questa mia dichiarazione che è appunto ciò che dice anche Gesù, e disprezzate tutte le persuasioni contrarie che il nemico vi verrà suggerendo” (EP.II, 70).
Il distacco dal mondo dei monaci
S. Agostino, anche se vescovo e quindi fortemente legato all’apostolato attivo, così scriveva sul fenomeno del monachesimo, di questa marea di anime inserite nell’apostolato della preghiera: “Sembrava che avessero abbandonato il mondo più di quanto era necessario. Ma non si riflette che le loro preghiere, rese pure dal loro grande distacco dal mondo, erano più efficaci per questo mondo corrotto”.
San Giovanni della Croce
I Padri della Chiesa, i grandi mistici e Dottori della Chiesa continuano con affermazioni in linea sull’argomento. San Giovanni della Croce scrive: “L’anima che prega è quanto mai feconda eoperosa per il bene dei fratelli. Un pochino di questo amore apporta maggiore utilità alla Chiesa, che non tutte le altre opere messe insieme”.
San Bernardo e Teresina
San Bernardo dice: “Tre cose restano: la predicazione, l’esempio, la preghiera, ma la maggiore è la preghiera”. Terminiamo con Santa Teresina del Bambin Gesù: “Dio non ha bisogno delle nostre opere ma del nostro amore. E la preghiera è amore!”.