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Sarà beato il sacerdote della Chiesa ucraina perseguitato e ucciso dai russi 

beato chiesa ucraina
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/08/22
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Il Papa ha firmato il decreto per il riconoscimento del martirio di mons. Pietro Paolo Oros

Papa Francesco ha dato la sua approvazione al riconoscimento del martirio, che apre le porte alla beatificazione, di un sacerdote della Chiesa greco-cattolica ucraina, ucciso nel 1953 dall’Unione Sovietica. Si tratta di mons. Pietro Paolo Oros, nato nel 1917 in un piccolo villaggio ungherese, in una famiglia profondamente cristiana, in cui il padre era un sacerdote greco-cattolico.

L’ordinazione in segreto

Il beato Oros fu ordinato segretamente sacerdote celibatario dell’Eparchia greco-cattolica di Mukachevo - appartenente alla chiesa ucraina - dal vescovo Teodoro Romza. Nel 1944 questo territorio della Transcarpazia fu occupato dalle truppe sovietiche dell’Armata Rossa e unito alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina e quindi all’URSS. 

Le pressioni degli ortodossi

Con questa annessione forzata iniziò la persecuzione della Chiesa greco-cattolica. Nel 1946 Pietro Paolo Oros fu trasferito a Bilky, nel distretto di Irshava, con l’incarico di parroco. Dal 1948 si intensificarono le pressioni su di lui perché passasse alla Chiesa Russa Ortodossa, ma egli si oppose. Nel 1949 fu proibito lo svolgimento delle attività pastorali e tutte le chiese greco-cattoliche furono chiuse (Cause Santi).

Un prete clandestino

Venne soppressa la stessa Eparchia greco-cattolica di Mukačevo. Con l’annessione forzata all’URSS iniziò la persecuzione della Chiesa greco-cattolica.

Scoperto mentre viveva in clandestinità, fu arrestato e ucciso da un soldato sovietico mentre nella stazione ferroviaria nel villaggio di Sil’ze (Unione Sovietica) cercava di allontanarsi dal paese (AskaNews, 9 agosto). 

Il martirio “materiale”

Riguardo al martirio materiale, si legge sempre su Cause Santi, fu ucciso con un’arma da fuoco. Il foro del proiettile della pistola che l’uccise, entrò dal mento, attraversò il collo e uscì dalla spalla.

Il martirio “formale”

Circa il martirio formale ex parte victimae, mons. Oros, fu un sacerdote di fede robusta. Davanti alle pressioni per indurlo a passare all’Ortodossia, egli rimase fedele al Santo Padre e visse consapevolmente la condizione di persona sospettata, controllata ed esposta ad arresti arbitrari e ingiustizie. Quando, nel 1949, la Chiesa greco-cattolica fu messa fuori legge, continuò con coraggio a svolgere clandestinamente il ministero, consapevole dei rischi.

Il cadavere è stato occultato per molto tempo

Malgrado il corpo dell'ormai beato sacerdote della Chiesa ucraina sia rimasto occultato sino alla disgregazione dell’Unione Sovietica, la sua memoria non tramontò nel cuore dei fedeli. Tale fama perdura ancora oggi.

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