La crisi del cristianesimo tra il novecento e gli anni duemila sarebbe alimentata da un Anticristo in “carne ed ossa”. E’ già presente tra noi e condiziona le nostre vite. La profezia è fatta da uno dei più autorevoli teologi e filosofi russi, Vladimir Sergeevic Solov’ëv, morto il 31 luglio del 1900 (13 agosto secondo il calendario gregoriano). Da molti è considerato il pensatore più importante della storia russa.
Gli studi di Biffi
Di lui era grande estimatore il cardinale di Bologna Giacomo Biffi. Il cardinale, morto l'11 luglio 2015, è stato un profondo conoscitore del pensiero di Solov’ëv.
“Preveggente lucidità”
Solov’ëv, secondo Biffi, «preannunzia con preveggente lucidità tutti i malanni» del novecento «che poi si sono avverati» e amplificati durante gli anni duemila.
«E’ stupefacente - prosegue Biffi - la perspicacia con cui descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento. Egli la raffigura nella icona dell’Anticristo, personaggio affascinante che riuscirà a influenzare e a condizionare un po’ tutti».
La religione “confusa” e “ambigua”
«In lui - prosegue il già cardinale di Bologna - non è difficile ravvisare l’emblema, quasi l’ipostatizzazione, della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni: l'Anticristo – dice Solov’ëv – sarà un “convinto spiritualista”, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo».
Un esperto esegeta
L’Anticristo di Solov’ëv «sarà, tra l’altro anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea “honoris causa” della facoltà di Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare «con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza».
“Non avrà una ostilità di principio”
Nei confronti di Cristo «non avrà “un’ostilità di principio”; anzi ne apprezzerà l’altissimo insegnamento. Ma non potrà sopportarne – e perciò la censurerà – la sua assoluta “unicità”. E dunque non si rassegnerà ad ammettere e a proclamare che egli sia risorto e oggi vivo».
La previsione Solov’ëv è già avvenuta?
Si delinea, osserva Biffi, e viene criticato, un cristianesimo dei «valori», delle «aperture» e del «dialogo», dove pare che resti poco posto alla persona del Figlio di Dio crocifisso per noi e risorto, e all’evento salvifico.
«La militanza di fede ridotta ad azione umanitaria e genericamente culturale; il messaggio evangelico identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni; la Chiesa di Dio scambiata per un’organizzazione di promozione sociale. Siamo sicuri - si domanda Biffi - che Solov’ëv non abbia davvero previsto ciò che è effettivamente avvenuto e che non sia proprio questa oggi l’insidia più pericolosa per la “nazione santa” redenta dal sangue di Cristo? È un interrogativo inquietante e non dovrebbe essere eluso».