Si definisce «la ciliegina sulla torta», ma è merito dei vescovi se si sta ricucendo il rapporto tra gli indigeni e i cattolici in Canada: lo ha detto Papa Francesco in un colloquio privato avuto con i gesuiti a Quebec lo scorso 29 luglio.
“Se tutto sta andando bene non è a causa della mia visita”
«Questo del Canada - ha detto il Papa, come riporta La Civiltà Cattolica (9 agosto) - è stato un esempio di episcopato unito. E quando un episcopato è unito, allora può affrontare bene le sfide che si presentano. Sono testimone di quel che ho visto. Questo, dunque, voglio sottolineare: se tutto sta andando bene non è a causa della mia visita. Io sono solamente la ciliegina sulla torta. Sono i vescovi ad aver fatto tutto con la loro unità».
“Miracoli”
Quando la Chiesa è unita, ha sentenziato il Papa ai gesuiti del Canada, si possono fare «miracoli». Quindi anche il perdono di fatti gravissimi come gli abusi compiuti dai colonizzatori, anche cristiani, nei confronti delle popolazioni native canadesi.
Il nemico “ideologia”
Se i vescovi del Canada sono i principali artefici di questa operazione “unitaria”, il Papa ha rammentato che «uno dei nemici peggiori contro l’unità della Chiesa e degli episcopati è l’ideologia. Dunque, si vada avanti con questo processo in cammino. Mi è piaciuto il motto del viaggio (apostolico ndr), che lo dice con chiarezza: Marcher ensemble. Camminare, ma insieme».
Il sinodo e lo Spirito Santo
Rispondendo ad una domanda sul sinodo, poi, Papa Francesco ancora una volta ha ribadito che «il sinodo non è un incontro politico né un comitato per decisioni parlamentari. È l’espressione della Chiesa dove il protagonista è lo Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito Santo non c’è neanche il sinodo. Ci potrà essere democrazia, parlamento, dibattito, ma non c’è “sinodo”».
«Se volete leggere il libro migliore di teologia sul sinodo - ha consigliato il Papa - allora rileggete gli Atti degli Apostoli. Lì si vede chiaramente che il protagonista è lo Spirito Santo. Questo si sperimenta nel sinodo: l’azione dello Spirito».
Tradizione e tradizionalismo: la differenza
Sulla Chiesa che cambia, il Papa ha ricordato ai presenti che «a visione della dottrina della Chiesa come un monolite da difendere senza sfumature è sbagliata. Per questo è importante avere rispetto per la tradizione, quella autentica (..) La tradizione è la vita di chi ci ha preceduto e che va avanti. Il tradizionalismo è la loro memoria morta. Dalla radice al frutto, insomma: questa è la strada».
“Ieri si è fatto così”
«Bisogna prendere come riferimento l’origine - ha concluso Bergoglio -, non un’esperienza storica particolare assunta a modello perpetuo, come se bisognasse fermarsi là. “Ieri si è fatto così” diventa “sempre si è fatto così”. Ma questo è paganesimo del pensiero! E quello che ho detto vale anche per la materia legale, per il diritto».