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Pornografia e giovani: aumenta la depressione e l’ansia

UOMO, SCHERMO, FILM
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Annalisa Teggi - pubblicato il 03/08/22
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Uno studio sugli studenti condotto da un'università francescana americana conferma la correlazione tra uso della pornografia e aumento della depressione. Le ragazze ne soffrono di più.

Le ragazze sono più soggette a stress e depressione causati dal porno

L'università francescana di Steubenville in Ohio ha condotto una ricerca sui propri studenti per sondare la relazione tra l'uso della pornografia e lo stato mentale che ne deriva. Può essere senz'altro considerata una piccola indagine a livello locale, ma è in sintonia con altre ricerche condotte in tutto il mondo.

I risultati, desunti dall'indagine dell'università americana, parlano di una forte incidenza della depressione negli studenti che abitualmente guardano contenuti pornografici. L'incidenza aumenta con la frequenza con cui si accede ai video hard. Un altro dato spicca:

GIRL

In un ambiente culturale differente, in Cina, un altro recente studio sull'impatto del porno tra gli studenti universitari è arrivato a conclusioni non dissimili:

Sì, c'è proprio scritto - ahi noi - 'scuola elementare'.

E' la depressione che porta al porno o viceversa?

Nonostante il tam tam mediatico ci provi a spingere sull'acceleratore della comunicazione leggera e spensierata sul porno (avete notato quanti blog e podcast si stanno orientando a questi contenuti?), è noto da tempo il danno che subisce il cervello quando si usa e si abusa di contenuti pornografici. Oltre a essere un tema morale, la questione è interamente fisiologica. Questa pagina web contiene una serie approfondita di riferimenti a studi condotti sulla effetti nocivi del porno sulla salute mentale, per chi voglia documentarsi.

Tornando allo studio condotto dall'università francescana di Steubenville (pubblicato su Frontiers in Psichology), un dato, apparentemente banale, mi pare significativo da evidenziare. E può essere riconosciuto come largamente comune a ogni latitudine. Agli studenti che hanno aderito all'indagine è stato chiesto quando e come accedono ai contenuti hard e la risposta prevalente è stata: a fine giornata usando il cellullare.

Niente di più facile, ovvio, e pericoloso. E' verissimo che a fine giornata, nel momento in cui la stanchezza quotidiana apre una braccia sulla nostra fragilità emotiva, il cellulare è la via di fuga più facile per un intrattenimento che degenera in uno spegnimento della nostra coscienza e volontà, precipitando nel binge watching. Vale per il porno, ma vale anche per chi si pianta davanti ai video dei gattini. Con diversi livelli di gravità sulle conseguenze emotive e cerebrali, ma l'innesco è identico.

Dobbiamo essere consapevoli di come la nostra fragilità venga attaccata con facilità e successo quasi sempre garantito dagli strumenti virtuali. La loro capacità di renderci docili e passivi attraverso l'intrattenimento è potentissima.

Quello che cerchi non è dopamina

Non è difficile immaginare che la correllazione tra depressione e pornografia sia bidirezionale. O forse che sia una spirale discendente. Uno stato emotivo di insoddisfazione, tristezza, frustrazione rende più urgente il bisogno di trovare qualcosa che consoli, e ci faccia sentire bene. Il bene ha un volto solo, ma tante maschere. Il porno ha la capacità di procurare un piacere che rilascia dopamina, ed è questa la trappola che innesca una reazione a catena sempre più negativa.

Brittni De La Mora è un'ex porno star che si è convertita al cristianesimo. Attualmente è impegnata a diffondere contenuti di approfondimento sui gravi pericoli della pornografia. Su Instagram ha condiviso un breve video, efficace, sull'inganno che il piacere dato dal porno produce nel cervello.

La trappola della dipendenza è sempre la medesima: alzare il livello di dose richiesta per raggiungere un piacere che non soddisfa. E innesca solo altra richiesta.

Il nostro bisogno di qualcosa che ci faccia stare bene non è un inganno, il nostro cervello non si sbaglia. Ma la risposta non è un livello di dopamina sempre più alto. Disinnescare la logica perversa delle dipendenze è complicato, e la realtà è sempre la prima grande alleata.

Oso un paradosso.

Una passeggiata di malumore è meglio di un'ora davanti a uno schermo, illudendosi di raccattare qualche istante di euforia. Sì, una passeggiata di malumore è meglio, perché ci mette nella condizione migliore per trovare segni di una felicità reale, non passeggera. Quando siamo feriti, tristi, insoddisfatti ... è proprio allora che non dobbiamo estraniarci dal mondo. Ci sono presenze, occasioni, intuizioni, alleati che s'incontrano solo quando a rimanere aperta non è la porta del nostro entusiasmo, ma i lembi di una ferita che chiede di essere rimarginata.

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