Per allontanare il demonio dalla nostra vita, la cosa più importante resta la preghiera ed in particolare quella del Rosario. Ad affermarlo è stato lo stesso diavolo in un celebre esorcismo del 1800. Don Marcello Stanzione, massimo esperto italiano di angelologia, lo racconta nel libro “Inchieste sul diavolo” (Mimep Docete).
L’esorcismo
L’esorcismo fu condotto da alcuni sacerdoti domenicani. Lucifero, parlando della Madonna, fu costretto ad affermare: «Dio ha dato a Lei il potere di schiacciarci e Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per questo il Rosario è la preghiera più forte. Esso è il nostro flagello, la nostra rovina, la nostra sconfitta».
“Sorgente di grazie incredibili”
«Il Rosario - avrebbe affermato il demonio durante l’esorcismo - ci vince sempre, ed è sorgente di grazie incredibili per quanti lo recitano per intero (tutti e venti i misteri!). Per questo noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma specialmente nelle comunità, la cui forza spezzerebbe ogni nostra resistenza. Non vi è male che possa resistere al Rosario intero comunitario».
“Devozione da vecchiette”
Sempre per quanto riguarda la preghiera del Rosario come arma per sconfiggere il demonio, ecco che cosa accadde durante un esorcismo condotto dal defunto padre passionista Candido Amantini, il famoso esorcista di Roma maestro di don Gabriele Amorth: “Stavamo pregando il Rosario quando, presa da Satana, Giovanna mi strappa la corona facendola a pezzi, sibilando: “Voi e la vostra devozione da vecchiette!”.
La sfida di padre Candido a Satana
Allora padre Candido le mette al collo una grande corona, ma Giovanna non la può sopportare e torce il collo e la testa in tutte le direzioni, ansimando furiosamente. “Come mai hai paura della devozione delle vecchiette?”, lo sfida padre Candido. Satana risponde gridando: “Mi vince”.
Il diavolo dice che il Rosario è “potente”
Il padre incalza: “Poiché hai osato offendere il Rosario di Maria, ora devi tesserne le lodi. In Nome di Dio, rispondi: È potente il Rosario?”. Risposta: “È potente nella misura in cui si recita bene”. “Come si fa a recitarlo bene?”. “Bisogna saper contemplare”. “Cos’è contemplare?”. “Contemplare è adorare”. “Ma Maria non si può adorare!”. “È vero, sì, ma è adorabile (?!)”. E prendendo con grazia tra le dita un grano della corona, dice: “Ogni grano è una luce e bisogna dirlo così bene che nemmeno una stilla di questa luce vada perduta”.
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