separateurCreated with Sketch.

Insoliti influencer: i 5 maestri per chi educa

ALESSANDRO D'AVENIA
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Paola Belletti - pubblicato il 03/08/22
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Arduo mestiere, quello dell'educatore: fatto soprattutto di semina, fallimenti visibili, trionfi nascosti. Come si sostengono i maestri? chi seguono? Non è una brutta idea avere anche sul web persone da cui trarre ispirazione.

Ci sono influencer per tutti, follower dietro ogni profilo anche il più insolito o che a noi della quasi vecchia guardia fa dire "ma questo argomento, a chi potrà mai interessare?".

Vuoi capire qualcosa di più di bricolage, di cucina bio, di orto in città? ti interessa, per assurdo, esercitarti a parlare in corsivo^ (Alexa per esempio è già bravina, mentre Google Assistent assicura solo che lo imparerà)? Pronta la top 5 o 10 dei profili giusti.

Sei appassionato di doppiaggio in film classici Disney? c'è una ragazza italiana bravissima che vedere e sentire all'opera col lipsync delle scene più amate è un piacere (come lo so? La mia figlia più grande, che è la stessa del k-pop e molte altre cose meno o più bizzarre di queste).

Ma chi segui, sia nel senso più classico che social del termine, se sei uno che per lavoro deve essere seguito? Chi guardi e da chi impari se di solito sei guardato da altri perché apprendano o, cosa ancor più pregnante, affinché crescano umanamente?

Bella domanda e belle pure le risposte, credo. Soprattutto perché, con un residuo fisso di speranza e di fiducia nel futuro dovuto al fatto che il presente è pieno di semi promettenti, confidiamo che sia un elenco in continuo aggiornamento.

E ancora di più perché l'educatore, alla fine, non fa precisamente nulla, o meglio fa tutto ciò che gli è possibile perché l'altro si educhi, entri più a fondo nella realtà, obbedisca alla sua propria vocazione, senta irresistibile il richiamo della bellezza.

Sì, ci sono, i maestri dei maestri. Insoliti influencer di chi educa, sono padri da ascoltare o fratelli maggior a cui affiancarsi, e, qualche volta, da consolare a nostra volta.

Sono uomini che hanno a cuore i giovani, educandi per eccellenza; ma che guardano anche all'umanità di chi anagraficamente giovane non è più eppure ha vivo il desiderio di scoprire sempre più a fondo il senso della vita. Più di certi ragazzi, poveri loro, investiti anzitempo di impegni, stimoli e ambizioni di rapido successo e privati di questo spazio drammatico nel quale sentire il proprio dolore e cercare la propria vocazione.

Ecco dunque la nostra proposta:

1Alessandro D'Avenia: l'arte di essere educatori e di lasciarsi educare

Il professore e scrittore più amato da studenti e colleghi educatori è anche tra i più seguiti sul web già da prima che i social prendessero quasi tutto lo spazio digitale (seguiremo l'evoluzione dell'ancora poco familiare metaverso).

Di lui conquista lo sguardo profondo e mite, implacabile nel cercare la verità e nel sollecitare nell'altro, il desiderio di compimento e pienezza anche a costo dell'inquietudine che questa brama di infinito inevitabilmente implica.

2Franco Nembrini

Educatore sì ma non come intende lui, cioè come suo padre, che non aveva mai il problema di educare, Franco Nembrini decide di fare il professore di lettere alle medie, grazie ad una professoressa di italiano.

Ecco, forse, dove ha colto il gioco fondamentale dell'educare: la gratitudine, la vertiginosa gratuità di rischiare sull'altro senza pretendere nulla e questo domino di mediazioni che da maestro ad allievo imprimono la forza necessaria all'unico sviluppo interessante: quello della libertà dell'uomo di fronte al mistero della realtà.

3Daniela Lucangeli

Questa breve presentazione viene dalla pagina dedicata ad un incontro i cui relatori erano proprio Alessandro D'Avenia,, prof 2.0 ma anche ormai versioni assai più evolute, e la professoressa Lucangeli. Ed è proprio grazie a lui, in particolore, che abbiamo iniziato a conoscerla e ad apprezzarla.

Preparata, competente investe la sua conoscenza per aiutare il bambino e tutte le figure che sono coinvolte nell'educazione aiutando a riscoprire il vero valore delle emozioni. Ha un modo di spiegare lo sviluppo, le dinamiche di apprendimento e le fatiche del bambino da farci sentire tutti appassionati promotori del suo fiorire.

Stronca sul nascere quella diffusa e odiosa pratica di andare a caccia del colpevole non appena emerga che un bambino, figlio o studente, abbia qualche difficoltà. Ciò che innesca inevitabilmente è invece il desiderio di comprendere e liberare, di aiutare e favorire.

4Don Andrea Lonardo

Tra le opere che più lo accreditano come educatore e come educatore di educatori c'è senza dubbio la collana di libri dedicati alla iniziazione cristiana dei bambini. Realizzata con Padre Maurizio Botta (anche lui indubbiamente educatore e riferimento per chi educa, definirei le sue meditazioni e catechesi una sorta di "superfood" per l'anima), "Le domande grandi dei bambini" è lo spazzaneve perfetto per liberare la strada dal ghiaccio insidioso che allontana adulti e bambini dalla spettacolare novità dell'annuncio cristiano perché innanzitutto riconsidera il bambino nella sua statura, nella sua naturale capacità di farsi e fare domande grandi.

5Massimo Recalcati, desiderio e limite

Psicoanalista di formazione filosofica, il professore è diventato negli anni un riferimento prezioso per genitori, docenti e chiunque non voglia rinunciare a interpretare la complessità del reale. Riottengono cittadinanza nello spazio pubblico parole che sembravano ridotti a fossili linguistici da guardare al massimo con la curiosità degli paleontologi: una su tutti, limite. Il limite e la sua importanza; i legami che non negano la libertà ma la rendono possibile. E ancora l'importanza delle norme, della differenza tra generazioni, dell'incarico educativo dei genitori, della loro salutare imperfezione, del materno da liberare da soffocanti assolutismi. Il dramma del diffuso narcisismo che incolla il figlio al genitore e isola e esautora altri maestri. E, non ultimo, l'impostura dell'empatia come unico paradigma.

Interessante vederlo anche a confronto col pensiero cattolico o meglio con uomini cattolici (non ultimo proprio lo stesso Franco Nembrini).

Su Aleteia abbiamo spesso commentato le sue opere e dichiarazioni, in molti casi illuminanti.

(6)Vincenzo Schettini: "La Fisica che ci piace"

Di questo elenco è il più social di tutti (ma ve lo lascio come Ghost track, un po' divergente dagli altri nomi). Eppure, se pensiamo alla nostra carriera scolastica in epoca analogica - non è difficile riconoscere i tratti del classico bravo professore: preparato, appassionato, capace di insegnare un metodo di studio, attento alla persona.

Un normale professore delle superiori che continua ad insegnare ai suoi studenti e che mette a disposizione anche di altri, studenti e docenti o semplici curiosi come me, la sua irresistibile passione per la sua disciplina e per l'insegnamento in sé.

Ha associato la bellezza dell'insegnare all'incanto che un'esibizione gospel suscita. Insegnare è comunicare e comunicare è anche rapire, incantare, dilettare.

Ha un presenza social robustissima, dal mezzo milione su TikTok ai duecentomila su Youtube, è presente dal 2014-15 ed effettivamente, con semplicità, chiarezza e - quello che più convince - sincero interesse per chi ha davanti (non fa mai lezioni "a vuoto", si riprende quando fa lezione ai suoi veri studenti), riesce ad appassionare alla fisica, allo studio in sè, al gusto di imparare e , in ultima analisi, alla bellezza di poter conoscere.

Non la fa facile, non più di quel che è. In effetti così fa un bravo maestro: ripulisce la superficie dalla polvere, rimuove ostacoli emotivi, avvicina lo studente alla materia. Che poi sprigiona da sola la sua propria attrattiva. Studiare è sempre studiare la realtà, non i libri (che sono tanto migliori quanto più introducono alla realtà).

Top 10
See More