In un sogno premonitore Gesù ha annunciato alla beata tedesca Anna Schaffer (1882-1925) la sofferenza che segnò per sempre la sua vita: la paralisi a soli 21 anni. Non solo. La Schaffer è una beata stigmatizzata, cioè ha ricevuto il dono delle stigmate, che le hanno procurato enormi sofferenze fino alla sua morte.
Don Marcello Stanzione riporta il racconto di quel sogno della mistica tedesca nel libro “Nel cuore della notte Dio ci parla” (Mimep Docete).
La dote per entrare in convento
La giovanissima Anna, bavarese, voleva andare missionaria in terre lontane. Di umilissime origini, per raccogliere la «dote» allora necessaria per entrare in convento, era andata a servizio presso una famiglia benestante. Ma all'improvviso la morte del padre la costringe a rimandare quel progetto: ci sono cinque fratelli e sorelle più piccole da aiutare. »Aspetterò che diventino grandi», pensa Anna. Ma un incidente nella lavanderia dove lavora la costringe inferma in un letto. A 21 anni è l'inizio di un vero e proprio Calvario, durissimo da accettare.
Il sogno premonitore
Nel giugno del 1898 fece un sogno premonitore che sarebbe stato determinante per la sua vita: «Nel mese di giugno 1898 ho avuto uno strano sogno. Io lo chiamo sogno, perché non riesco a esprimermi su questo in un altro modo. Non ero ancora andata a letto, e la luna entrava nella mia stanzetta rendendola tanto luminosa. Stavo recitando la mia preghiera della notte e si era verso le ore dieci della sera».
“Tutto è diventato buio”
Prosegue la beata: «Appena ebbi finito la preghiera, tutto è diventato improvvisamente buio intorno a me e io ne avevo una grande paura. Di colpo tutto è diventato chiaro come un fulmine e davanti a me stava una persona. Questa persona era vestita con un abito azzurro e con un mantello rosso sopra, così come erano vestiti gli apostoli, oppure come io già spesso avevo visto sulle immagini la rappresentazione di Gesù, il Buon Pastore!».
Gesù aveva la corona del rosario tra le mani
Anna Schaffer ricorda che Gesù nel sogno, che si rivelerà premonitore, «aveva nelle mani anche una corona del rosario. Ha parlato anche a me della preghiera del rosario e disse, che non avrei raggiunto i vent’anni e che dopo avrei dovuto soffrire molto, molto. Io dopo questo ero talmente emozionata e scossa dal tremore e dalla paura, che subito dopo non ricordai più nulla di tutte le cose che quella persona mi aveva ancora detto».
Il tenue chiarore
Il sogno scuote la mistica tedesca. «Dopo tutto ritornò di nuovo chiaro - conclude la beata - perché la luna inondava con il suo tenue chiarore tutta la notte la mia stanzetta. Io non ho potuto chiudere occhio quasi tutta la notte, perché avevo sempre ancora quella figura».
La lavanderia
Il 14 febbraio 1901 Anna lavora nella lavanderia della casa forestale di Stammham, presso Ingolstad e una delle canne fumarie sta per cadere, la ragazza allora si arrampica per aggiustarla ma cade dentro una vasca di acqua bollente piena di lisciva e ne riporta ustioni gravissime fino alle ginocchia.
Invalidità permanente
Dopo mesi di ricovero Anna ritorna a casa: è invalida per sempre ed è torturata da atroci dolori che non finiranno mai. Intanto la sua famiglia cade nella miseria più nera. Di fronte a tale tragedia Anna gradualmente capisce che anche in questa situazione di grande sofferenza, il Signore le affida il compito di essere un’anima vittima per i peccati dell’umanità.
Il “letto-croce”
Dal suo letto (che ella chiama letto-croce) dove è paralizzata consiglia ed incoraggia tantissimi fedeli che vengono a chiederle aiuto e sostegno. Nei “sogni” di Anna Schaffer appaiono Gesù e san Francesco e riceve particolari rivelazioni sul Purgatorio.
Le anime del Purgatorio
La beata vede le anime del Purgatorio soffrire spaventosamente per tutto il male realizzato e specialmente per non aver amato in pienezza il Signore. Anna Schaffer afferma anche che in Purgatorio ci sono “anime dimenticate”, perché si pensa che siano già in Paradiso e nessuno fa più per esse preghiere di suffragio.
La beata tedesca trascorrerà il resto della sua vita nella preghiera, a letto, invocando grazie per le anime purganti.