Nel luogo in cui fondò la propria missione il primo vescovo del Paese, san François de Laval (1623-1708), il Papa ha incontrato una comunità che l’ha accolto calorosamente, felice di circondare il successore di Pietro.
Una comunità resa fragile dagli scandali inerenti le scuole residenziali per autoctoni, da quelli relativi agli abusi sessuali, e impegnata a sopravvivere in una regione sempre più secolarizzata, dove la Chiesa ingaggia talvolta un braccio di ferro col governo in merito a leggi sociali che si oppongono alla propria dottrina morale. Così in questi ultimi anni a più riprese i Vescovi canadesi hanno espresso la propria inquietudine sull’eutanasia.
Ai pastori della Chiesa in Canadata il Papa ha rivolto degli incoraggiamenti, invitandoli a «non rimanere prigionieri del pessimismo e dell’amarezza», e a non lasciarsi andare a «giudizi negativi o inutili nostalgie», men che meno a «uno spirito di crociata». Egli ha raccomandato loro non uno “sguardo negativo” bensì uno “sguardo di discernimento”:
Rotta verso l’artico
La sua allocuzione è stata vivamente applaudita dall’assemblea, che si è alzata in piedi entusiasta. Una tale risposta del gregge ha incoraggiato l’85enne pontefice venuto a trovarlo in sedia a rotelle: il Pastore aveva il volto felice e commosso. Già al suo arrivo aveva voluto risalire la navata centrale, modificando il programma previsto, per un bagno di folla onde farsi più vicino ai preti e ai consacrati, i cui abiti variopinti coloravano i ranghi dell’assemblea.
Poi, al termine dell’incontro, dopo un momento di raccoglimento davanti alle reliquie di san François de Laval, il Papa ha salutato ognuno dei vescovi presenti, che si pressavano attorno a lui per stringergli affettuosamente le mani e scambiare qualche parola. Si trattava dell’ultimo incontro nel Québec: oggi, 29 luglio, il Pontefice si recherà in territorio artico, a Iqaluit, presso gli Inuit – ultima tappa del suo pellegrinaggio di riconciliazione verso i popoli autoctoni.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]