Quando è stata l’ultima volta che avete pianto? Questa domanda, come pure la sua risposta, mette molte persone a disagio. Madeleine, pediatra di Lille di 49 anni, ci ha detto:
Ma perché quest’espressione dell’intimo scuote a tal punto? Perché non è ben vista? Perché la nostra epoca ha gli occhi asciutti? Tale attitudine è infatti relativamente nuova: perché abbiamo dimenticato come si fa a piangere in pubblico, laddove ogni tradizione spirituale cristiana valorizza le lacrime? Che siano di pentimento, di nostalgia o di gioia, le lacrime sono talmente importanti che il cristianesimo le considera un dono, anzi una grande grazia di Dio.
Il senso delle lacrime
Per Piroska Nagy, autrice di Don des larmes au Moyen Âge ([Il dono delle lacrime nel Medioevo, N.d.T.] Albin Michel), uno studio basato su testi biblici, scritti di Padri della Chiesa e sulle regole dei monaci fondatori di ordini e confraternite, è ora di comprendere il senso delle lacrime che da tempo pare essersi smarrito. «Beati quelli che piangono, perché saranno consolati». È da questa parola fondatrice che si riconosce come le lacrime siano un magnifico dono.
Come l’autrice spiga nell’opera, fin dal principio il cristianesimo ha raccomandato di piangere per purificare l’anima. Nel Medioevo furono molti quanti versavano lacrime in abbondanza e aspiravano alla grazia celeste delle lacrime, naturalmente legate alla contrizione o alla sofferenza, e che simboleggiano e producono la beatitudine dell’unione mistica con Dio. Perché Dio s’incarna nel quotidiano di ogni persona.
Cristo pianse due se non tre volte, nei Vangeli (mentre si accingeva al sepolcro del caro amico Lazzaro; alla vista di Gerusalemme e probabilmente nel giardino degli Ulivi prima della crocifissione), e in quelle lacrime ha raccolto tutte quelle dell’intera storia. Anne Lécu, autrice del luminoso opuscolo Des Larmes ([Delle lacrime, N.d.T.] Cerf), ha spiegato in un’intervista a La Croix:
Il “dono delle lacrime”, un regalo di Dio
Sì, molto probabilmente le lacrime manifestano la presenza di qualcuno. Spiega il gesuita Dominique Salin in una trasmissione su KTO:
Per i Padri del deserto non c’erano dubbi: il “dono delle lacrime”, che trova riscontri sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento, è una forma reale di preghiera. Una preghiera che lava gli occhi e che purifica l’anima.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]