“Pensare alla sofferenza delle persone e garantire risposte serie, non ideologiche o ingannevoli che indichino anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e motivi di speranza”. È quanto afferma il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, intervenendo sulla situazione politica e sociale in Italia dopo la crisi di governo. In questo momento “così decisivo e pieno di rischi” per il Paese ma anche per l’intera Europa, il porporato in una dichiarazione ufficiale afferma: “Si presenta inevitabile l'ora dei doveri e delle responsabilità per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso punto d'incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma collocate al servizio del bene comune e dell'intera popolazione”.
Tatticismi incomprensibili e rischiosi
“Il fondamentale confronto politico non deve mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione per la cosa pubblica e senza agonismi approssimativi che tendono solo a piccoli posizionamenti personalistici e non a risolvere le questioni”, scrive Zuppi. Che rinnova un “forte appello alla responsabilità individuale e collettiva per affrontare la prossima scadenza elettorale”. Allo stesso tempo, il cardinale chiede di “mettere da parte interessi personali o individuali”, in modo da “affrancare la politica da tatticismi ormai, peraltro, incomprensibili e rischiosi per tutti”.
La "lezione" delle pandemie
La crisi, secondo il presidente Cei, va vissuta piuttosto come “una grande opportunità per ritrovare quello che unisce, per rafforzare il senso di una comunità di destino e la passione per rendere il nostro Paese e il mondo migliori”. “Le pandemie ci hanno reso tutti consapevoli della vulnerabilità, di come può essere messo in discussione quello che appariva sicuro, come tragicamente vediamo con la guerra e le sue pericolose conseguenze internazionali”. “Dal dopoguerra – ricorda il porporato - non abbiamo mai vissuto una congiuntura così complessa, a causa dell’inflazione e delle diseguaglianze in aumento, del debito pubblico che ha raggiunto una dimensione enorme, del ritorno a un confronto tra blocchi che assorbe enormi energie e impedisce lo sviluppo, dell’emergenza climatica e ambientale, della difficoltà del mondo del lavoro con la condanna al precariato con il suo carico di fluidità”. Il pensiero è per le tante situazioni di fragilità emerse con la pandemia del Covid: anziani non autosufficienti, disabili, malati psichici, “tanta e atroce solitudine”. Tutte situazioni che “richiedono una protezione della persona efficace che solo uno straordinario impegno può permettere”.
Amore politico
Insomma, serve quello che Papa Francesco chiama “amore politico”: “Non possiamo costruire il futuro delle prossime generazioni avendo come unico orizzonte il presente, perché gli interessi di corto respiro diventano inevitabilmente interessi di parte, individuali”, afferma il presidente dei vescovi italiani. E cita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando ha affermato che “occorre un ‘contributo costruttivo’ da parte di tutti, specialmente di chi sceglie di impegnarsi nella vita politica”.
Una preghiera speciale per l’Italia il 4 ottobre
Da qui l’annuncio che il prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, la Conferenza episcopale italiana è stata invitata a compiere il gesto dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba del Santo. “Sarà un momento di gratitudine per quanti stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia”, assicura Zuppi. “Sarà anche occasione per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace”.