Venerdì, 22 luglio 2022
1. Dire no alla guerra non basta, dice il presidente delle Conferenze Episcopali Europee
2. Andare avanti sulla via sinodale tedesca “significa l'eresia”
3. Con Papa Francesco, il Collegio Cardinalizio è diventato meno europeo
1. Dire no alla guerra non basta, dice il presidente delle Conferenze Episcopali Europee
L'arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, Lituania, ha appena concluso un “pellegrinaggio della sofferenza” in Ucraina come presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE). Il presule ha confessato al quotidiano Avvenire di essere rimasto particolarmente colpito dalla visita alle città martiri di Irpin e Bucha. “Pensavamo che l’Europa non potesse rivivere atrocità simili dopo la seconda guerra mondiale. Invece tornano i crimini di guerra, i carri armati, le deportazioni. (...) Non abbiamo imparato la lezione. Ecco perché non basta ripetere che vogliamo la pace. Occorre lavorare per la pace. Tutti insieme”, insiste l'arcivescovo Grušas. Il presule ha annunciato che tutte le parrocchie europee saranno invitate a unirsi in una giornata di preghiera il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce, per “richiamare l'unità dell'Europa”. Nel santuario di Nostra Signora di Berdychiv, l'arcivescovo lituano ha ricordato che “come la Madre di Dio, anche il popolo ucraino è ai piedi della croce: versa lacrime e ha il cuore straziato. Però, come la Vergine, deve essere consapevole che la risurrezione ci sarà”. La prospettiva di una visita di Papa Francesco è necessaria “sia per rafforzare il morale sia per sanare le ferite”, ha dichiarato. Gli interlocutori ucraini dell'arcivescovo Grušas hanno espresso preoccupazione per il possibile incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca, Kirill, in Kazakistan, che a loro avviso “potrebbe essere strumentalizzato dal Cremlino”. Ad ogni modo, i leader della Chiesa Greco-Ucraina esortano a non farsi “contaminare dall'odio”. “Amare il nemico significa anche pregare per lui e per la sua conversione”, hanno detto al presidente della CCEE.
Avvenire, Italian
2. Andare avanti sulla via sinodale tedesca “significa l'eresia”
Il quotidiano cattolico conservatore tedesco Die Tagespost accoglie con favore la riformulazione della via sinodale della Germania da parte della Santa Sede. “Non ci credevamo più”, dice la giornalista Dorothea Schmidt, che sottolinea i tre “cartellini rossi” elaborati da Papa Francesco: “no al cambiamento dell'insegnamento della Chiesa, no alla rottura dell'unità della Chiesa e no al portare la cosa a termine da soli”. È ora di “far entrare i vessilli sinodali”, gioisce la giornalista tedesca, che esorta a riorientare la propria riflessione e la propria preghiera su Cristo. La Schmidt apprezza anche l'inversione compiuta dal Vaticano: i movimenti opposti al sinodo sono stati trattati come “minoranze” e sono ora “le guide” perché si concentrano sull'unità della Chiesa. La giornalista dice anche che opporsi “a una disposizione così chiara della Santa Sede” sarebbe “un grande errore da parte del sinodo, un'eresia manifesta, uno scisma”.
Die Tagespost, German
3. Con Papa Francesco, il Collegio Cardinalizio è diventato meno europeo
Dalla sua elezione nel 2013, Papa Francesco ha “allontanato la struttura di leadership della Chiesa cattolica romana dalla sua storica base europea verso Nazioni in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina”, spiega un articolo pubblicato dal Pew Research Center negli Stati Uniti. Dopo che verranno creati i nuovi cardinali nel prossimo concistoro del 27 agosto, “il Collegio Cardinalizio avrà 132 membri votanti, il 40% dei quali europei rispetto al 52% del 2013”, Sotto il pontificato di Francesco c'è stato un aumento nella rappresentanza complessiva della regione Asia-Pacifico tra i cardinali elettori, “passando dal 9% del 2013 al 17% del 2022” (è comunque importante notare che l'articolo spiega che non si è assegnata una regione geografica in base alle nazionalità dei cardinali, considerando piuttosto luogo in cui servono come arcivescovo o vescovo). C'è stato poi un aumento della rappresentanza dell'Africa Sub-Sahariana dal 9% al 12%. Nel complesso, ad ogni modo, Francesco ha comunque scelto più cardinali d'Europa che di qualsiasi altra regione.
Pew Research, inglese