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Il manifesto di papa Francesco per «salvare la biodiversità» 

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i.Media per Aleteia - pubblicato il 21/07/22
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Pubblicato il 21 luglio il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato, del 1º settembre 2022.

Questo è l’appello di papa Francesco nel suo Messaggio in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per la salvaguardia del Creato, che si celebrerà il 1º settembre 2022. In vista dei prossimi appuntamenti internazionali per l’ambiente, il papa esorta la comunità internazionale a «spirito di massima cooperazione» per «modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi». 

Nel messaggio, reso pubblico il 21 luglio, il pontefice illustra le grida amare della Creazione, a cominciare da quello della “madre terra”, che «ci implora di fermare i nostri abusi». Menziona poi il grido dei poveri, dei popoli autoctoni e il grido degli adolescenti che «chiedono ansiosi a noi adulti di fare tutto il possibile per prevenire o almeno limitare il collasso degli ecosistemi del nostro pianeta». 

Papa Francesco evoca anche il grido delle creature, allorché «innumerevoli specie si stanno estinguendo, cessando per sempre i loro inni di lode a Dio». Perorando la loro causa, egli invita le nazioni ad adottare «un nuovo accordo multilaterale per fermare la distruzione degli ecosistemi e l’estinzione delle specie». 

Il capo della Chiesa cattolica offre quattro principî-chiave per questo accordo: 

    Piani climatici “più ambiziosi” 

    Proseguendo nel suo messaggio, il 266º Papa chiede piani climatici “più ambiziosi” per giungere a conseguire l’obiettivo dell’Accordo di Parigi (2015) – limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C. Per «“convertire” i modelli di consumo e di produzione» egli incoraggia la mobilitazione per i due grandi summit delle Nazioni Unite che verranno: la COP27 sul clima prevista per il novembre 2022 in Egitto e il summit della COP15 sulla biodiversità, che in dicembre si terrà in Canada, Paese nel quale il Pontefice si appresta a recarsi. 

    Il Papa si rivolge anche alle grandi imprese di estrazione – mineraria, petrolifera, forestale, immobiliare e agroalimentare – supplicandole «in nome di Dio» di «smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti», come aveva già chiesto nel suo videomessaggio ai movimenti popolari nell’ottobre 2021. 

    Per il resto, il Papa domanda alle nazioni economicamente più ricche, che più hanno inquinato nel corso degli ultimi due secoli, «di mantenere le loro promesse di sostegno finanziario e tecnico per le nazioni economicamente più povere»; e ai Paesi economicamente meno ricchi di non restare nell’“inazione”. 

    [traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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