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L’arcivescovo Gallagher sulla diplomazia vaticana – Il celibato sacerdotale non è la causa degli abusi – & altro…

VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 01: Vatican Secretary for Relations with States (Vatican foreign Minister) British archbishop Paul Richard Gallagher arrives at the St. Peter's Basilica for a mass on the World Peace Day on January 1, 2016 in Vatican City, Vatican. During the new year's day dedicated to the Mother of God, the Pontiff open this afternoon the Holy Door of the Santa Maria Maggiore Basilica. (Photo by Franco Origlia/Getty Images)

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i.Media per Aleteia - pubblicato il 20/07/22
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Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Mercoledì, 20 luglio 2022 

1. L'arcivescovo Gallagher sulla diplomazia vaticana, l'Ucraina e la minaccia della III Guerra Mondiale

2. Una risposta all'articolo di The Economist che ritiene il celibato sacerdotale responsabile della pedofilia

3. Curzio Malaparte: conversione nei suoi ultimi istanti di vita

1. L'arcivescovo Gallagher sulla diplomazia vaticana, l'Ucraina e la minaccia della III Guerra Mondiale

In una lunga intervista alla rivista America, l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, riflette sulla grave crisi internazionale del momento. “Stiamo arrivando a una situazione mondiale molto pericolosa”, e “non ci vorrebbe molto a far peggiorare ulteriormente le cose”, afferma nella prima parte dell'intervista, notando che oltre alle guerre esplicite alcuni Paesi sono anche divisi internamente per via di una polarizzazione sociale o politica. “Che si lavori a livello politico, a livello diplomatico o a livello ecclesiale, dobbiamo riconoscere la realtà di questo conflitto e cercare di rimediarvi”, insiste il presule, che nota come il sistema multilaterale sia stato “gravemente indebolito”. Circa la situazione in Ucraina, sottolinea la “resilienza della popolazione, la sua determinazione, il suo coraggio”, e riconosce che è “molto difficile per gli Ucraini immaginare una soluzione in questo momento, per via della profondità della sofferenza e del trauma” della popolazione. Il presule indica che non è probabile un invito perché il Papa si rechi a Mosca. Durante la sua visita a Kiev, l'arcivescovo Gallagher ha anche affermato che la Santa Sede sostiene l'“integrità territoriale dell'Ucraina”. “Parlavo a nome della Santa Sede, e finora il Santo Padre non mi ha corretto su ciò che ho detto a suo nome”, ha aggiunto rispondendo alla domanda di un giornalista. “La priorità principale del Papa in questo momento è compiere una visita in Ucraina, incontrare le autorità ucraine, il popolo ucraino e la Chiesa cattolica ucraina”, ha indicato l'arcivescovo, sottolineado che la possibilità di una visita potrebbe essere valutata dopo il suo ritorno dal Canada e in base alle sue condizioni di salute.

America, inglese

2. Una risposta all'articolo di The Economist che ritiene il celibato sacerdotale responsabile della pedofilia

Rispondendo a un articolo pubblicato su The Economist (citato nella newsletter di lunedì), Il Sussidiario critica in modo sarcastico il settimanale britannico, che “non risparmia nulla al clero e alla Chiesa, dando la sua 'illuminata'” versione dei fatti, e indica il celibato sacerdotale come la causa di tutti i mali legati agli abusi nella Chiesa. “Il concetto – falso e falsificato – è sempre il solito: con queste regole la Chiesa perde consenso e vocazioni, quindi le 'regole' vanno cambiate e 'annacquate' per andare incontro al mondo”, commenta Il Sussidiario. The Economist, tuttavia, “non coglie a fondo il 'dono' – come lo chiama Papa Francesco – del celibato, mentre ne osserva solo le presunte colpe in merito al dramma della pedofilia e alla carenza delle vocazioni”, spiega l'articolo. Per Il Sussidiario, “il punto non è che senza il celibato si eliminerebbero i problemi sulla pedofilia”. Piuttosto, come ha affermato Papa Benedetto XVI, che ha alzato il velo sui crimini di abusi sessuali nella Chiesa, il punto riguarda il rapporto dei sacerdoti con l'Eucaristia, ovvero con Cristo. “Dalla celebrazione quotidiana dell’eucaristia, che implica un servizio permanente a Dio, nacque spontaneamente l’impossibilità di un legame matrimoniale, ha dichiarato il Papa emerito. 

Il Sussidiario, italiano

3. Curzio Malaparte: conversione nei suoi ultimi istanti di vita

Il sito cattolico spagnolo Alfa y Omega ha dedicato un articolo allo scrittore italiano Curzio Malaparte e alla sua conversione, avvenuta nelle ultime ore della sua vita. L'autore di “Kaputt” e “La Technique du coup d'État” è stato a lungo sostenitore del fascismo di Mussolini, per poi cambiare posizione e diventare comunista. Uomo estremo al servizio della letteratura più che delle grandi ideologie, si è convertito al tramonto della sua vita. È quello che spiega il sacerdote gesuita padre Virgilio Rotondi, per il quale Malaparte apparentemente chiese a una religiosa infermiera di essere battezzato quando le sue condizioni fisiche peggiorarono ed era ricoverato per tumore ai polmoni. A quanto si dice, si confessò e fece la Comunione. Secondo il gesuita, Malaparte promise di scrivere una vita di Cristo nel caso in cui fosse sopravvissuto alla prova, accettando alla fine la sofferenza e chiedendo che un crocifisso lo accompagnasse nelle sue ultime ore. Non ci sono posizioni unanimi su questa conversione, e molti vi hanno visto un tentativo da parte della Chiesa cattolica di “conquistare” lo scrittore. L'autore dell'articolo sostiene tuttavia che la particolare attenzione di Malaparte al Cristo sofferente nelle sue ultime ore tocchi una corda presente in altre sue opere letterarie, rendendo l'episodio credibile.

Alfa y Omega, spagnolo

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