Un amaro effetto collaterale che si è registrato all'indomani della sentenza della Corte Suprema americana in tema di aborto è stato un rinnovato tsunami di slogan e discussioni astratte in tema di vita e interruzione di gravidanza. E' l'unica arma - scarica - della voce ideologica che venera l'aborto come un diritto delle donne. Le argomentazioni, i sillogismi, le grida a furor di social le abbiamo già sentite tutte, seguendo lo sterile sentiero delle confutazione e delle repliche e delle ulteriori confutazioni, eccetera.
Il tema della vita non si gioca in punta di lingua, ma di esperienza. Per questo, soprattutto in America, chi difende la vita si premura, oggi più che mai, di portare alla luce - di mettere al centro della scena - le storie, voci che portino in dote non un ragionamento ma una testimonianza.
Tra queste storie, ne ho ritracciata una che riguarda una ragazza del Missouri senza fissa dimora la cui gravidanza inattesa le ha fatto fare un salto vitale, lì dove era pronta per un salto mortale.
Senza fissa dimora, scopre di aspettare 3 gemelli
La storia di Janey, del Missouri, è stata raccontata su un sito che raccoglie informazioni e testimonianze sui centri americani di aiuto alla gravidanza. Meno noti al grande pubblico delle cliniche abortiste, ma presenti e operanti.
Ed è in uno di questi centri che si è recata Janey, per fare i conti sulla sua situazione: nessuna casa, nessun lavoro, una figlia di 4 anni, una nuova gravidanza. Varcando la soglia di una clinica abortista, suppongo che ne sarebbe uscita in fretta. Svuotata di vita, ma non più leggera.
Nel centro di aiuto alla gravidanza è stata accompagnata ad approfondire la propria storia, le circostanze pratiche e i problemi intimi. Nessuna scelta forzata, ma un colloquio che ha messo al centro le domande e la vulnerabilità di tutta la sua persona. Janey era pronta a fare un altro colloquio, ma è accaduto un imprevisto. Non si è sentita bene ed è dovuta andare al Pronto Soccorso. Qui la grande sorpresa:
Una casa, una compagnia
Quando una vita nuova comincia, non è una gioia o un problema della donna che ce l'ha nella pancia. Una presenza umana non è un fatto privato, ma un guadagno sociale incommensurabile. Una delle punte più acuminate e velonose della propaganda abortista è proprio il recinto di solitudine in cui si vuole chiudere l'esperienza della gravidanza.
Nella storia di Janey i conti sarebbero stati presto fatti se fosse rimasta la sola voce in causa della propria vita. Un'ipotesi alternativa al salto mortale - cioé al tuffo nel buio della soppressione della vita - è stata possibile perché un'intera comunità si è messa al fianco di questa giovane madre. Confrontandosi con i volontari del centro di aiuto alla gravidanza, Janey e sua figlia sono state accolte al St. Raymond, una casa provvisoria per donne che affrontano gravidanze inattese.
Qui ha trascorso il tempo fino al parto. Questo supporto plurale è stato decisivo.
Per qualunque famiglia accogliere 3 gemelli sarebbe una novità destabilizzante, anche con tutta l'apertura alla vita possibile e immaginabile, anche con tutta la tranquillità economica. Significa dire sì a un bel tratto di montagne russe, a un di più che sembra eccedere di molto le forze in campo. Nel caso di Janey questo shock 'plurale' è stato il colpo vincente per catapultarla fuori dall'incubo dell'aborto. Che solo apparentemente avrebbe "risolto il problema'. In realtà non avrebbe risolto nulla, l'avrebbe lasciata allo sbaraglio di una vita da senza fissa dimora e con il peso di un dolore incancellabile.
Dire sì alla follia di dare alla luce 3 gemelli, fare un passo infinitamente più lungo della gamba... ha sistemato le cose. Perché noi c'illudiamo sempre che la vita sia a posto quando i conti tornano, ma la vita non è essere a posto ed è molto probabile che la nostra persona, in corpo e anima, si metta fuoco meglio quando i conti sono completamente sballati - eccedenti rispetto alle nostre capacità.
Il padre, protagonista nascosto
I 3 gemelli, due femmine e un maschio, sono nati prematuri alla 28a settimana. Dopo un tempo di permanenza nel reparto di terapia intensiva neonatale sono tornati a casa con la mamma.
Da cosa nasce cosa - si dice. E in effetti la nascita è un criterio esplosivo della realtà, generativo in toto. Il sì alla vita di Janey ha generato anche altro. Il ragazzo con cui aveva concepito i 3 gemelli ha deciso di assumersi il ruolo paterno.
E questo è un ritratto molto autentico e sincero della natura umana, che - a dispetto del quadro debosciato che ci raccontano tanti magazine - è fatto per abbracciare le avventure impegnative e buone. Questa nascita sorprendente accadeva nel 2017. E' stata raccontata di recente perché nel lungo termine la parabola è ancora più incoraggiante: Dustin e Janey sono una famiglia, i gemelli sono pronti per la scuola e in questi 5 anni Janey ha studiato e intrapreso un percorso lavorativo.