Venerdì, 15 luglio 2022
1. In Vaticano, è aperta la gara per chi sarà il più filocinese
2. Le nomine del Papa, nodo fondamentale: tre donne e molti altri
3. Il teologo Karl Barth, precursore di un pensiero cristiano che risponde alle sfide della modernità secolarizzata
4. Aborto: un vescovo americano ritiene il Papa “male informato” dal suo entourage
5. Nuovo ambasciatore afferma che la politica internazionale francese è seguita da vicino dalla Santa Sede
1. In Vaticano, è aperta la gara per chi sarà il più filocinese
Se un buon numero di vescovi in Cina si trova in prigione o agli arresti domiciliari, “durante il pontificato di Francesco, non una sola parola pubblica è stata mai spesa da lui o dalle autorità vaticane perché siano sciolte le restrizioni a questi vescovi, oltre che ai tanti sacerdoti e fedeli che in Cina e a Hong Kong subiscono la stessa sorte”, sottolinea il vaticanista Sandro Magister. Dal 2018, ricorda l'esperto, tra la Cina e la Santa Sede è in vigore un accordo “provvisorio e segreto” sulla nomina dei vescovi, ma nonostante le sue concessioni la Santa Sede non ha ottenuto nulla in cambio dalle autorità cinesi circa le dozzine di vescovi nominati da Roma ma mai riconosciuti da Pechino. Magister sostiene che il risultato di questo accordo sia “magrissimo”. In base all'ultima intervista rilasciata dal Papa alla Reuters, però, la guida della Chiesa cattolica progetta di rinnovare l'accordo e di “difendere a ogni costo la sua politica di 'appeasement' con la Cina”, sostiene il giornalista. A suo avviso, dietro questa tendenza chiaramente filocinese c'è una lobby: la Comunità di Sant'Egidio e il professor Agostino Giovagnoli, vice-presidente dell'Istituto Giovanni Paolo II per il Matrimonio e la Famiglia e membro del comitato scientifico dell'Istituto Confucio dell'Università Cattolica di Milano. Questo è uno dei tanti Istituti Confucio aperti da Pechino nel mondo per diffondere la lingua e la cultura cinesi.
Settimo Cielo, italiano
2. Le nomine del Papa, nodo fondamentale: tre donne e molti altri
“La Chiesa sembra avviata a riconoscere di aver bisogno delle donne per la propria azione di governo”, scrive Paola Bignardi, Presidente dell'Azione Cattolica Italiana, parlando della decisione del Papa di nominare tre donne come membri del dicastero per i Vescovi. In un articolo d'opinione pubblicato su Avvenire, la Bignardi sottolinea come la decisione del Pontefice sia non solo importante per il ruolo significativo che questo dicastero gioca nella scelta dei futuri leader della Chiesa locale, ma abbia anche un importante “valore simbolico”, perché “ogni donna che assume una responsabilità nella Chiesa si trova sulle spalle un compito gravoso: quello di rappresentare tutte le donne [...] che nella Chiesa si sentono non valorizzate, non ascoltate, non comprese, non considerate”. La Bignardi spiega che questi tre nuovi membri del dicastero avranno il compito oneroso di ricordare ai chierici che metà della popolazione cattolica è composta da donne, molte delle quali “si aspettano una Chiesa diversa”.
Avvenire, italiano
3. Il teologo Karl Barth, precursore di un pensiero cristiano che risponde alle sfide della modernità secolarizzata
Il pastore protestante Andrew Root, teologo e scrittore statunitense di 48 anni, ha attinto al pensiero dello svizzero Karl Barth (1886-1968) per sviluppare un saggio sulle sfide che la modernità pone al cristianesimo. Nel suo testo “Churches and the Crisis of Decline: a Hopeful, Practical Ecclesiology for a Secular Age”, Root torna alla visione comune del collasso istituzionale delle Chiese in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti, dove la proporzione dei giovani senza alcuna affiliazione religiosa sta aumentando rapidamente, anche nella Bible Belt. Parlando direttamente a “chiese e pastori che cercano di sopravvivere, se non di prosperare, in un'epoca di collasso che disorienta”, il teologo protestante riprende Barth per offrire consigli pratici in una cornice “immanente” percepibile nell'epoca contemporanea. Secondo il teologo, sia il liberalismo che il fondamentalismo condannano la fede a una “ripiegamento difensivo”, mentre i cristiani dovrebbero essere “vigili nei confronti della presenza e dell'azione del Dio vivente nel mondo”. Barth “crede, confessa e annuncia con audacia il Vangelo di Dio: che solo Dio è Dio, che solo Dio è il giudice del mondo, e che solo Dio è l'amorevole salvatore del mondo”, anche nel contesto di una modernità contro la quale sembra illusorio combattere. La recensione del libro pubblicata su First Things, tuttavia, esprime disaccordo su certe questioni, ed esorta a “rifiutare che venga detto a una persona cosa o come le è permesso di vivere o di credere”. Al contrario, l'articolo chiede di mettere in discussione la modernità immanente attuale che porta a dimenticare il significato di Dio.
First Things, inglese
4. Aborto: un vescovo americano ritiene il Papa “male informato” dal suo entourage
Il quotidiano tedesco Die Tagespost ha intervistato l'arcivescovo Joseph Naumann di Kansas City, alla guida della difesa delle questioni relative alla vita nella Conferenza Episcopale Statunitense durante la Presidenza Trump. Il presule ha affermato di essere felice per la decisione della Corte Suprema di rovesciare la Roe v. Wade, che ha suo avviso rappresentava un “diritto all'aborto”, ma spiega che le imminenti elezioni potrebbero avere “un ruolo importante”. “La realtà è che l'America corporativa promuove l'aborto perché vuol dire che le donne non si prendono unna pausa”, lamenta, deplorando la mancanza di sostegno alle madri nel sistema statunitense. L'arcivescovo ritiene che molti cattolici che sostengono l'aborto debbano essere “educati”, menzionando il caso di Joe Biden, che a suo avviso “ha seguito la linea democratica, non la dottrina della Chiesa”. Al contrario, definisce “esemplare” ciò che ha fatto Donald Trump riguardo all'aborto. Circa l'episodio in cui Nancy Pelosi ha ricevuto la Comunione durante una Messa celebrata alla presenza del Pontefice nella basilica di San Pietro, il presule ha detto di essere rimasto “rattristato” per il modo in cui il Papa è stato “sfruttato a livello politico”, e crede che “i suoi consiglieri e il suo entourage lo abbiano decisamente informato male”.
Die Tagespost, tedesco
5. Nuovo ambasciatore afferma che la politica internazionale francese è seguita da vicino dalla Santa Sede
In occasione della festa nazionale francese il 14 luglio, Vatican News ha intervistato Florence Mangin, la seconda donna a ricoprire la carica di ambasciatrice presso la Santa Sede, un mese e mezzo dopo la presentazione delle sue lettere credenziali a Papa Francesco. Questa posizione “atipica”, nota la diplomatica, richiede “un approccio più multilaterale”. La Mangin afferma che “la politica internazionale francese è di grande interesse per il Vaticano”, citando tra le preccupazioni comuni l'azione in Libano, in Medio Oriente e in Africa, il clima e le disuguaglianze. Ha anche sottolineato che la Chiesa cattolica francese è molto interessante, grazie al suo “carattere creativo e innovativo”. L'ambasciatrice spiega di voler promuovere la lingua francese e valorizzare i Francesi che lavorano presso la Santa Sede, e ha sottolineato che “la specificità della Santa Sede, che è sia uno Stato che un potere spirituale, rende necessario inventare una posizione man mano che andiamo avanti, giorno dopo giorno, in base agli incontri che abbiamo”.
Vatican News, francese