Riconciliare popoli e nazioni, in primo luogo quelli in guerra, con la misericordia: Papa Francesco è fermamente convinto che questo possa accadere. Perché la misericordia può avere un importante valore politico. Il lavoro della diplomazia vaticana, non a caso, va in questa direzione. Ma perché il Papa ne è così convinto? Come la misericordia può far cambiare idea a popoli che si odiano, non si sopportano e si sfidano con le armi, e a tante altre forme di soprusi? Qualche anno fa, La Civiltà Cattolica pubblicava a firma di Padre Antonio Spadaro, una utile riflessione che risponde a queste domande.
“Dio si trova nel tempo”
Nella sua prima ampia intervista del 2013, sulla rivista dei gesuiti, il Papa disse che «Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare processi più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa».
Agisce dentro i processi storici dei popoli
Dio, scrive Padre Spadaro, agisce nella vita delle persone, ma anche dentro i processi storici dei popoli e delle nazioni, pure i più complessi e intricati. Così la misericordia di Dio si inserisce all’interno delle vicende di questo mondo: delle società, dei gruppi umani, delle famiglie e dei singoli.
La pienezza del tempo
Nella sua omelia della Messa del 1° gennaio 2016, 49a Giornata Mondiale della Pace, Francesco ha proposto una riflessione sul significato del tempo e della storia. Citando Gal 4,4, letto nella liturgia del giorno, ha ricordato che Gesù nacque «quando venne la pienezza del tempo». Ma, afferma il Papa, se guardiamo agli eventi della storia, comprendiamo che la «pienezza del tempo» coincide con la condizione di mancanza di libertà del popolo eletto. Quello non era certo il tempo migliore.
“Non un insieme di fattori umani favorevoli”
Conclude il Pontefice: «Non è dunque alla sfera geopolitica che si deve guardare per definire il culmine del tempo». Per Bergoglio, «la pienezza del tempo, dunque, è la presenza di Dio in prima persona nella nostra storia», non un insieme di fattori umani favorevoli. E questa presenza gloriosa si manifesta nella nostra «drammatica esperienza storica».
Le ingiustizie sgretolano la pienezza
La pienezza del tempo «sembra sgretolarsi di fronte alle molteplici forme di ingiustizia e di violenza che feriscono quotidianamente l’umanità». Il Papa enumera queste forme in una mesta litania: sopraffazione, arroganza, malvagità, violenza, odio, guerra, fame, persecuzione… Dunque, «un fiume di miseria, alimentato dal peccato, sembra contraddire la pienezza del tempo realizzata da Cristo». Eppure — prosegue Francesco, con un balzo nel discorso —, «questo fiume in piena non può nulla contro l’oceano di misericordia che inonda il nostro mondo. Siamo chiamati tutti a immergerci in questo oceano».
La trasformazione della misericordia
L’immagine, evidenzia Padre Spadaro nell’articolo, è quella di un oceano di misericordia che inonda il mondo, sovrastando il fiume di miseria che lo attraversa.
La presenza misericordiosa di Dio può mutare un tempo di miseria nella «pienezza del tempo». Questa dunque è la potenza della misericordia: mutare il significato dei processi storici, sciogliendone le fangosità e travolgendone i detriti. «Misericordia, questa parola cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo», ha detto il Papa.
Nulla è definitivamente perduto
Quindi, sottolinea il direttore de La Civiltà Cattolica, non dobbiamo considerare nulla come definitivamente «perduto». Proprio in questo senso la misericordia, con il suo impatto sul significato teologico della storia, può avere anche un valore politico.
La misericordia politica di Bergoglio ha una forte radice teologica, evidentemente, e si fonda su una radice essenziale: il volto di Dio. Postulare questa misericordia onnipotente significa pensare la riconciliazione nello scacchiere mondiale come un obiettivo praticabile, conclude Padre Spadaro.
In sintesi
La misericordia come categoria politica, in estrema sintesi, è non considerare mai niente e nessuno come definitivamente «perduto» nei rapporti tra nazioni, popoli e Stati. Questo è il nucleo del suo significato politico.