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Il doloroso esodo delle suore di Madre Teresa 

MISIONERAS
Pablo Cesio - pubblicato il 13/07/22
Espulse mercoledì 6 luglio dal Nicaragua, le Missionarie della Carità sono state scortate da agenti del governo e da poliziotti a un autobus che le ha condotte in Costa Rica, paese limitrofo.

Il dolore di uno sradicamento raddoppiato dalla tristezza della separazione: è quel che hanno sentito le Missionarie della Carità nello scorso mercoledì 6 luglio, al momento della loro espulsione dal Nicaragua da parte del governo di Daniel Ortega. La decisione, approvata con urgenza dai deputati sandinisti, segna la fine della presenza nel Paese dell’ordine fondato da Madre Teresa nel 1950. 

Stando a El Confidencial, testata locale, 18 missionarie sono state espulse, tra cui 7 religiose originarie dell’India, 2 del Messico, 1 della Spagna, 2 del Guatemala, 1 dell’Ecuador, 1 del Vietnam, 2 delle Filippine e 2 del Nicaragua. 

Sorvegliate e molestate dal governo in questi ultimi giorni, le religiose hanno vissuto un doloroso esodo che le ha costrette a lasciare alle loro spalle quanti accompagnavano, i più poveri fra i poveri, nella loro casa del Cuore Immacolato di Maria situata a Granada, nel sud-ovest del Paese. Stando alle informazioni di El Confidencial, le Missionarie della Carità 

Esistono immagini che le vedono partire i bagagli alla mano. 

Le religiose sono state accolte in Costa Rica da mons. Manuel Eugenio Salazar, vescovo della diocesi di Tilarán. Dopo un pasto molto semplice alla frontiera, il vescovo ha potuto conversare con loro in una parrocchia locale. Queste le sue dichiarazioni: 

«Missionarie della Carità, benvenute in Costa Rica», ha poi dichiarato in un messaggio diffuso sui social network: 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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