Benché aspirassero alla santità, Louis e Zélie Martin (i genitori di santa Thérèse di Lisieux) non erano certo immuni da piccoli conflitti nella loro vita matrimoniale. Le lettere di Zélie riportano alcuni episodi di frizione o di discussione, senza tuttavia lamentarsene o sfogarvi dell’amarezza.
Ad esempio, Zélie temeva la reazione di Louis quando gli scriveva che si apprestava a sistemare la sua postazione da orologiaio mentre lui si trovava in trasferta a Parigi:
Se Zélie scrive così, vuol dire che aveva già fatto esperienza di come il marito non apprezzasse certe… pulizie.
Sembra anche che Louis tendesse a ritenere la moglie un tantino prodiga, ma Zélie si difendeva così:
Altro argomento di dissenso nel maggio 1871: Zélie evoca un viaggio a Lisieux con le ragazze, inclusa una Céline neonata. Louis riteneva che la cosa fosse folle. Zélie concluse: «Louis ha ragione, potrei pentirmene».
In ultimo, un giorno in cui si alzavano i toni fra Louis e Zélie la figlia, Pauline, allora assai piccola, si avvicinò alla madre e le chiese:
Zélie scoppiò a ridere e disse:
E subito ripetè al marito la dichiarazione d’amore, che a sua volta rise. Divenne un modo di dire comune in famiglia, che divenne il modo per troncare di netto i conflitti. Quando Louis e Zélie cominciavano a litigare, uno dei due ricordava all’altro:
Il tono era ironico, ma non intendeva certo farsi beffe di qualche “famiglia male assortita”: era ironico perché la frase alludeva al timore della piccola Pauline. Insomma era per sdrammatizzare il conflitto e rientrassi su ciò che per loro era l’essenziale: attingere a Dio, attraverso la preghiera e l’eucaristia, la fonte del loro amore.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]