Alcuni santi hanno una relazione tanto particolare quanto, talvolta, misteriosa con il loro angelo custode. Chi è veramente? Un compagno, una guida nella preghiera, un maestro? E come interviene nella vita di quanti aspirano alla santità?
Per il cardinal Newman, figura maggiore della Chiesa d’Inghilterra (canonizzato nel 2019), l’angelo custode era un vero amico. O meglio, il suo “vecchio amico” di più lunga data. Il teologo, filosofo e poeta, ha scritto diversi testi consacrati al mondo invisibile e ai suoi angeli. Un mondo che,
In mezzo ad esse, ci sono gli angeli custodi. Certamente sono grandi, gloriosi, puri e meravigliosi, spiegava il Cardinale in uno dei suoi sermoni (certamente pensando al proprio angelo custode): essi sono nondimeno
Fra i suoi testi di poesia e di prosa, Newman ha scritto Il mio amico di più lunga data, una bella poesia-preghiera rivolta al proprio angelo custode. Il titolo è particolarmente eloquente: per tutto il corso della sua vita, il cardinale aveva avuto un raro talento nel coltivare l’arte dell’amicizia… anche quella con l’angelo custode. Fin dalle prime parole della poesia, egli si rivolge con grande semplicità al vecchio amico:
Un amico visibile
Amico fedelissimo, il suo angelo custode non la lasciava mai sola. Camminava di fianco a lei, la proteggeva in ogni circostanza, la difendeva da ogni sorta di pericolo: santa Faustina, la religiosa polacca nota come “l’apostola della divina misericordia” ne era persuasa. Il suo angelo custode, amico fedele, l’accompagnava in modo invisibile e… di quando in quando visibile, nel corso della sua vita. Visibile? Sì, anzi i due dialogavano costantemente come in quel giorno descritto nel suo Diario (490) durante un viaggio in treno. Faustina lo vide di fianco a lei mentre pregava e contemplava Dio. Niente di straordinario: la consacrata racconta che spesso le appariva, anche nelle circostanze più ordinarie (non esclusi il giardino e la cucina).
Un segno chiaro di fino a che punto Dio, attraverso l’angelo custode, sia prossimo alla sua vita quotidiana. E ancora un altro giorno: era un giovedì e lei stava celebrando un’ora santa, quando si sentì male. Fece tuttavia il grande sforzo di continuare a pregare. Solo tornando alla cella Faustina si rese conto di aver vissuto un attacco demoniaco. Spaventata, chiese aiuto all’angelo custode. Stando al suo racconto, questi le apparve e le disse, riaccompagnandola: «Non temere, sposa del mio Signore amatissimo. Questi spiriti non ti faranno del male senza il Suo permesso» (Diario, 419).
L’angelo custode della religiosa non prendeva decisioni al posto suo, ma la incoraggiava negli sforzi, la confortava nelle paure e la proteggeva dai pericoli. Leggendo il diario della mistica si capisce che per tutta la sua vita l’angelo custode era stato un amico fedele… talvolta visibilissimo!
Un tutor personale
Quanto a san Tommaso d’Aquino, domenicano celebre per l’opera teologica e filosofica, egli descriveva il proprio angelo custode come un tutor personale. Colui che viene chiamato il “dottore angelico” (per quanto è luminoso il pensiero teologico che ha lasciato sugli angeli – e sono numerosi quanti pretendevano che anche lui assomigliasse a loro!) ha scritto nella sua Summa Theologiæ che quando una persona nasce le viene attribuito un tutore. Così ciascuno ha il proprio angelo custode.
Secondo il domenicano, sul cammino verso la patria celeste l’uomo è minacciato da numerosi pericoli che vengono «sia dall’interno sia dall’esterno». Per farvi fronte, ciascuno ha bisogno di una protezione speciale. Così, in quanto pellegrino in questo cammino terreno, l’uomo si vede attribuire un custode speciale, l’“angelo custode”. San Tommaso d’Aquino ne è convinto: a differenze dell’uomo, l’angelo custode partecipa già alla medesima eternità di Dio.
Come insegna san Luigi Gonzaga nelle sue Meditazioni sui santi angeli, nel momento in cui l’anima lascia il corpo essa è confortata dal suo angelo custode perché possa presentarsi con fiducia al cospetto di Dio. Secondo la visione del santo, l’angelo mostra i meriti di Cristo perché l’anima possa appoggiarvisi nel momento del giudizio. E se un’anima è mandata in purgatorio l’angelo custode le rende spesso visita per elevarla offrendole le sue preghiere e confortandola col pensiero della futura liberazione. La missione dell’angelo custode prosegue allora fino a che l’anima non venga riunita con Dio.
Invisibile ma realissimo
Non è dunque vero che l’uomo sarebbe abbandonato alla propria solitudine, affermano i grandi santi. Il mondo invisibile è reale, un’armata di creature celesti veglia sull’uomo, con particolare riguardo per quello – instancabile e discreto – dell’angelo custode.
Comunicare con gli spiriti celesti è una grazia. Averli come amici fedeli, tutori personali, guide di preghiera e confidenti dell’azione di Dio è meraviglioso. Il 2 ottobre 1960, in occasione della festa dei Santi Angeli Custodi, Giovanni XXIII (un papa ben conosciuto per l’attenzione da lui portata agli angeli custodi) disse:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]